Una tragedia per la quale sono a processo il finanziere Catello D'Auria, che a folle velocità stava percorrendo via Ripuaria, a Pompei, e si scontrò con l'altra vettura; e i due titolari dell'azienda di manutenzione, Antonietta Coppola e Antonio Salzillo, napoletani. Omicidio colposo e omissione d'atti d'ufficio le accuse mosse a vario titolo dalla procura di Torre Annunziata (pm Francesca Sorvillo) ai tre imputati, a processo dinanzi al collegio presieduto da Maria Laura Ciollaro.
«Dovevamo occuparci solo della riparazione delle buche ha spiegato Antonio Salzillo e del monitoraggio del territorio. Annotavo tutto su un registro che poi veniva consegnato agli uffici. Per le strade dovevamo subito intervenire ma per il parapetto serviva l'incarico. Gli interventi da fare venivano anche comunicati verbalmente».
A domanda dell'accusa, il titolare della Saco ha risposto che «non toccava a noi quell'intervento». L'unica certezza è che il guardrail era danneggiato e tutti lo sapevano. Appena due settimane prima, un'altra auto era finita nel fiume «ma il Sarno non era in piena e furono salvate». Invece, con quasi sei mesi di tempo per intervenire, nessuno ha mosso un dito.