Pompei «allegra» di giorno: boom di prostitute e clienti nella città svuotata di turisti

Pompei «allegra» di giorno: boom di prostitute e clienti nella città svuotata di turisti
di Susy Malafronte
Venerdì 12 Marzo 2021, 23:59 - Ultimo agg. 13 Marzo, 12:35
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Il sesso a pagamento ai tempi della pandemia. La prostituzione di strada a Pompei, che non è mai stata un fenomeno isolato, ai tempi delle restrizioni da zona rossa si adegua al coprifuoco: dopo le 5 e prima delle 22, dallo svincolo autostradale degli Scavi e lungo via Plinio, la strada parallela alla passeggiata archeologica che conduce fino al Santuario, imbattersi in prostitute e clienti è tutt’altro che raro. Sacro e profano insieme, due anime che nella valle ai piedi dello sterminator Vesevo convivono da sempre, ma sempre a rispettosa distanza, in questo periodo così confuso e difficile si guardano con crescente insofferenza. E si moltiplicano le denunce, parecchie delle quali presentate persino dal colosso della distribuzione che ha un proprio punto vendita dalle parti della città antica, il cui parcheggio è diventato popolatissimo di donne per niente interessate alla lista della spesa. I clienti difficilmente sono pompeiani, troppo alto il rischio, con la luce del giorno, di essere riconosciuti. Ma arrivano dai comuni vicini, nonostante i divieti imposti dalla zona rossa, scrivendo sull’autocertificazione che devono recarsi in studi medici, presso agenzie assicurative, a fare la spesa nei supermercati dove ci sono le offerte più vantaggiose, oppure - addirittura - in Santuario. 

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Lo raccontano, piuttosto sconcertati, poliziotti e carabinieri che con i posti di blocco anti-Covid cercano anche di riportare la città nei confini del comune senso del pudore. Battaglia difficile, in una terra che conserva memoria, e soprattutto testimonianza architettonica e pittorica, degli allegri viavai nei Lupanare e delle ardite espressioni amorose dei progenitori. Qui, a Pompei, venivano da tutto il mondo (e dopo il Covid vi ritorneranno) a vedere queste straordinarie testimonianze.

Solo che oggi le venditrici di sesso si chiamano «Belen», come la trans di Torre Annunziata che, pare, è molto ricercata anche da giovanissimi che non si creano il problema di farsi vedere, in pieno giorno, mentre la caricano in macchina per una mezz’ora di sesso a pagamento.

Decine sono le denunce presentate alle forze dell’ordine anche dai residenti, che lamentano il viavai di donne in abiti succinti sotto i loro balconi e, con i bambini piccoli in casa per la Dad, non sanno come rispondere alle loro domande ingenue. E poi assicurano che non ne possono più dello scambio di insulti scurrili a cui devono assistere quando le prostitute litigano per chi deve accaparrarsi un cliente, oppure per difendere il territorio da una nuova «collega». Ma la legge non riconosce il reato della prostituzione e più che identificarle, carabinieri e polizia non possono. Contro i clienti, però, in poche ore sono state elevate 15 sanzioni da 500 euro, come previsto dall’ordinanza sindacale cittadina. Chi vive dalle parti di via Plinio racconta di vedere spesso, oltre a donne dell’hinterland, alcune giovani Rom e anche un marocchino. Ha poco più di 30 anni, è in regola con il permesso di soggiorno, ma non ha trovato lavoro. Ha una clientela fissa, dicono ancora i residenti: «Vediamo che sale a bordo sempre delle stesse auto». 

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D’altronde, la crisi dovuta al Covid - che a Pompei, passata da quattro milioni di presenze turistiche a zero si è sentita pesantemente - ha spinto quasi per inerzia la città verso il business del sesso a pagamento. In mancanza dei turisti, le porte delle centinaia di camere vuote di alberghi e B&b si aprono a un target diverso di clienti. Ma le donne, soprattutto giovani, che di pomeriggio si muovono lungo la passeggiata archeologica si lamentano anche di altro: «Non siamo più libere di fare una corsetta, un po’ di camminata per tenerci in forma. Le auto si fermano di continuo, gli uomini ci chiedono “Quanto vuoi?”. Siamo prigioniere nella nostra città». Prigioniere di un cliché che dopo duemila anni sembra ancora impossibile da spezzare.

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