Pompei. Tradito dal tatuaggio: condannato estorsore del clan

Pompei. Tradito dal tatuaggio: condannato estorsore del clan
di Dario Sautto
Giovedì 10 Maggio 2018, 22:35
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Pompei. Insieme a tre complici, chiese il pizzo di Ferragosto a due imprenditori: condannato incensurato, fu riconosciuto dal tatuaggio. Vincenzo Severino, 20enne di Pompei, è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, reato commesso in concorso con tre persone legate al clan di Dario Federico, detenuto ed elemento di spicco dei Cesarano. La sentenza è stata emessa oggi dal tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Francesco Todisco), su richiesta del pm Giuseppe Cimmarotta della Dda di Napoli. 

Lo scorso agosto, come ricostruito dalla polizia e dall’Antimafia, il giovane incensurato aveva accompagnato i tre esattori - Aniello Cirillo, di 43 anni, del figlio Angelo Cirillo di 22 anni e di Valerio Varone, di 39 anni - da due fratelli imprenditori del settore conserviero. Volevano tre rate da tremila euro per Ferragosto, Natale e Pasqua, per mantenere i carcerati. Le telecamere avevano permesso subito di identificare i tre pregiudicati, mentre Severino era stato tradito successivamente da un tatuaggio troppo vistoso. Nel giorno degli arresti dei Cirillo e di Varone, andò a salutarli in commissariato dove i poliziotti notarono il particolare tatuaggio, lo identificarono per poi arrestarlo qualche giorno dopo.
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