Ponticelli, case ai residenti del "parco Evangelico" ma c'è il rischio di nuove occupazioni

Ponticelli, case ai residenti del "parco Evangelico" ma c'è il rischio di nuove occupazioni
di Alessandro Bottone
Venerdì 27 Settembre 2019, 15:04 - Ultimo agg. 15:29
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Dopo anni di buio finalmente c'è speranza per decine e decine di persone che abitano nel "parco Evangelico" di Ponticelli, complesso di casette prefabbricate costruite per rispondere all'emergenza abitativa post terremoto. Nel 1983 furono donate dalla Federazione delle Chiese Evangeliche al Comune di Napoli. Dovevano essere provvisorie per tante famiglie della periferia orientale di Napoli rimaste senza un tetto sulla testa dopo la furia delle scosse del 1980.
 
 


Negli ultimi giorni è stata approvata la graduatoria provvisoria delle persone alle quali sarà assegnato uno degli alloggi pubblici costruiti in via Odissea, proprio alle spalle delle attuali sistemazioni i cui tetti sono composti da amianto. Il parco "Galeazzo Caracciolo" - questa la denominazione corretta del “parco Evangelico” - è abitato da sessanta famiglie, oltre trecento persone in tutto. Alcune vivono in questo posto sin dal 1983 mentre molte altre sono andate via avendo ottenuto soluzioni sicuramente migliori. Le case liberate sono state progressivamente occupate. Nel corso degli anni i residenti hanno eseguito lavori per rendere più vivibili gli spazi: i viali sono diventati cortili privati e garage. Nessuno paga l'acqua pubblica regolarmente fornita. Nonostante gli interventi abusivi il parco - accessibile da viale delle Metamorfosi, a due passi dall’ospedale del Mare - si presenta degradato. Non esiste illuminazione pubblica e anche gli allacci all'impianto fognario sono molto precari. Ovviamente la circostanza che desta più timore è la presenza dell'amianto.

Al momento sono stati realizzati i primi trentadue alloggi in via Odissea «a fronte dei quarantotto in quanto per la nuova perimetrazione della zona rossa del piano di emergenza dell'area vesuviana non è stato possibile dare avvio alla costruzione dei restanti sedici» si legge nell'atto del Comune di Napoli. I lavori, iniziati a novembre 2016, sono finanziati con il PON «Infrastrutture per l’inclusione sociale» per un importo di due milioni e ottocentomila euro. Altre dodici abitazioni dovrebbero sorgere nello spazio ora occupato dalle case in amianto: difatti, questo progetto rientra nel piano di recupero urbano di Ponticelli, ovvero un massiccio intervento di riqualificazione urbanistica e architettonica dell'area orientale della città. Nei prossimi giorni il Comune procederà all'assegnazione delle abitazioni in via Odissea agli aventi diritto. Sono in corso le pratiche di accatastamento degli alloggi e bisognerà attendere l'esito del ricorso presentato da un cittadino escluso dalla graduatoria.

Una nuova vita per tante famiglie contente di scappare dall’amianto e dagli umidi prefabbricati. Il verde non curato, la presenza di ratti e insetti, gli allacci di fortuna saranno solo un vecchio ricordo. Purtroppo c’è anche chi resterà in queste sistemazioni perché non ha diritto al nuovo alloggio. Sono otto le famiglie le cui pratiche non sono state accettate da Palazzo San Giacomo. A queste si aggiungono quelle che vivono nel campo e che non hanno presentato richiesta sapendo di non avere i requisiti. Una situazione sociale altrettanto drammatica a cui ha cercato di rispondere il Centro Casa Mia Emilio Nitti, fondato sempre nel 1983, che accoglie ogni giorni oltre cinquanta bambini del quartiere in una serie di attività educative.

Qual è il destino delle attuali sistemazioni? Persiste il rischio che nel "parco Evangelico" si verifichino ulteriori occupazioni rendendo sempre più complicata la realizzazione di interventi di demolizione e di recupero dell'intera area. Situazioni come queste non sono nuove a Ponticelli: basta guardare alla drammatica situazione dei "bipiani" in amianto in via Isidoro Fuortes e alle recenti occupazioni degli alloggi nel rione De Gasperi.
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