Oggi in città è stata celebrata la memoria di Sergio De Simone, giovane napoletano deportato ad Auschwitz, tra le vittime dell'Olocausto. In un altro punto di Napoli, invece, gli operai lavorano per riqualificare il parco comunale a lui intitolato. Il “polmone verde", ubicato nel cuore di Ponticelli, quartiere nella zona orientale, ritorna a vivere grazie agli interventi finanziati dalla Regione Campania.
Il lavoro svolto in meno di venti giorni - con il “cantiere” aperto lo scorso 7 gennaio - mostra già i suoi primi frutti.
Il progetto in corso - inserito nel Poc Campania 2014-2020 - è particolarmente ambizioso. Nel corso di alcuni mesi si provvederà a rimettere in sesto l'arredo del parco: dalle panchine alle giostre, dai cestini alla recinzione. Si assicurerà la manutenzione di tutte le opere in cemento, legno e ferro presenti nel bene, a ripristinare e ripulire caditoie e tombini, a mettere in sicurezza gli spazi pericolosi. Si insiste sul verde, in particolare: sarà ricostruito il tappeto erboso delle numerose aiuole, si poteranno siepi e altre piante e saranno installate nuove essenze arboree.
Si lavorerà anche per assicurare maggiore sicurezza nei ventiquattromila metri quadrati di verde: un punto cruciale visti i danni di vandali e delinquenti negli ultimi mesi e anni. Si prevede la vigilanza sia tramite gli operatori sia con l'installazione di un impianto di videosorveglianza. In particolare, saranno installati diversi “occhi elettronici” fissi in grado di coprire l'intera superficie del parco, collegati alla centrale operativa e controllate dalla polizia municipale. Negli atti si evidenzia che si interverrà anche per la manutenzione dell'impianto di irrigazione, fuori uso da anni, e dell'impianto di pubblica illuminazione, danneggiato e totalmente da ripristinare.
Ulteriori risorse sono indispensabili per riconsegnare piena vivibilità al parco di Ponticelli: mancano i bagni, la pista di pattinaggio è in pessime condizioni, la piramide in cemento e ferro mostra importanti segni di usura, non ci sono più fontane e mancano addirittura i cartelli che indicavano la denominazione della struttura al piccolo Sergio ricordato, appunto, oggi a Napoli.