Napoli, a Ponticelli poeti in strada
per il recupero di Villa Tropeano

Napoli, a Ponticelli poeti in strada per il recupero di Villa Tropeano
di Alessandro Bottone
Giovedì 24 Settembre 2020, 15:51
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Poetesse e poeti attirano l'attenzione su Villa Tropeano, la storica struttura di Ponticelli, nella periferia orientale di Napoli, abbandonata da diversi lustri. Il bene storico, oggi proprietà della Città Metropolitana di Napoli, ha ospitato il primo istituto di «medicina sociale» del Mezzogiorno. Il flash mob in via Angelo Camillo De Meis ha avuto come scopo quello di denunciare l'abbandono della villa e chiedere ad istituzioni e politica di intervenire per restituirlo alla cittadinanza.

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Nonostante le condizioni meteo poco favorevoli ieri pomeriggio diversi esponenti dei «Poeti in piazza» hanno voluto partecipare all'iniziativa organizzata da Pasquale Esposito e Vincenzo Olivieri: Maria Clotilde Cundari, Crovella Gennaro, Gianni D'Andrea, Fortuna de Fenza, Emilia Esposito, Anna Gentile, Giulio Giliberti, Elvira Lamanna, Gennaro Iannuzzi, Merlino Biagio, Virgilio Perna, Marynzia Borrelli Panico, Pietro Ferraro. Attraverso la recitazione di diversi testi è stata ricostruita la storia del luogo e quella di Giuseppe Tropeano, considerato il precursore della «medicina sociale».

Fu proprio Tropeano a fondare, nella struttura di Napoli Est, l'istituto nel quale erano accolti minorenni con problemi psichici. Da oltre quarant'anni è letteralmente abbandonata, presa di mira da vandali e delinquenti, prima occupata da nomadi e poi oggetto di sversamento abusivo di rifiuti. Resta ben poco dello splendore della villa che fu utilizzata a partire dal 1928 per le attività medico-riabilitative. Resta in piedi la bellissima facciata. Ben poco del viale d'ingresso e degli enormi spazi verdi, in parte occupati.

La villa fa parte del patrimonio dell'ex Provincia (oggi Città Metropolitana di Napoli) dal 2004. Fu acquistata da un privato con l'intenzione di recuperarla e utilizzarla come edificio scolastico. Nel 2016 era stata prevista la cessione all'agenzia del demanio così da realizzare la sede di un corpo di polizia. Successivamente inserita nel piano di alienazione del patrimonio: «lo stato di degrado dell’immobile rende lo stesso non compatibile con le finalità dell’ente e non appetibile per il mercato immobiliare della compravendita» si legge negli atti.

Ad oggi non si conosce il destino dei 7mila metri quadrati di fabbricati e degli oltre 37mila di terreni. Lo scorso luglio la commissione del Comune di Napoli con delega alla cultura ha discusso dell'abbandono del bene pubblico. Anche i cittadini hanno provato a riportare attenzione sulla storica dimora di Napoli Est attraverso una petizione firmata da numerosi residenti. Il nodo è trovare le risorse adeguate per recuperarla così da destinare il bene a un utilizzo sostenibile economicamente e utile al territorio.

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