Pontida, la sfida dei cantanti:
suoneremo sul camion

Pontida, la sfida dei cantanti: suoneremo sul camion
di ​Davide Cerbone
Giovedì 20 Aprile 2017, 08:33 - Ultimo agg. 15:32
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Alla spada di Alberto da Giussano vorrebbero opporre chitarre e percussioni. E per replicare al logoro repertorio dell'ostilità, fatto di cori da stadio e insulti assortiti, sono pronti ad intonare ritornelli a base di tarantella e ragamuffin. «Se non avremo il prato, qualcosa ci inventeremo: l'entusiasmo e la fantasia non ci mancano. Magari montiamo gli strumenti nel primo comune limitrofo dopo aver fatto una passeggiata a Pontida e dopo aver mangiato in piazza il casatiello». Massimo Jovine, uno dei promotori del concerto antirazzista di sabato, non si arrende. Nella sua sala al corso Vittorio Emanuele, alla fine delle prove, la voce e gli strumenti sono caldi. Ma non gli animi. «Sono ottimista, credo che alla fine ci ripenseranno.

Mi sembrerebbe un paradosso che dopo tutta quella pagliacciata per far parlare Salvini in nome della democrazia, si vietasse un concerto che vuole portare un messaggio di gioia e di pace. Salvini ci ha offesi per anni, ha cantato che quando arrivano i napoletani la puzza è tale che scappano anche i cani. E adesso viene a Napoli a dirci che vuole salvarci da quelli un po' più a Sud, i nuovi puzzolenti dai quali scappano i cani. Eppure il governo ha requisito la Mostra d'Oltremare per farlo parlare. Noi andiamo solo a suonare. Se non dovessero concederci il prato? Stiamo anche valutando l'ipotesi di suonare su un camion (ma si parla anche di una street parade che potrebbe terminare in un campo di calcio, ndr). Certo, tecnicamente è più complicato. Ma se dovesse andar male, ci arrangeremo». Purché quell'arrangiarsi non lo si chiami arte. «Semmai, la creatività è un valore aggiunto - dice Jovine -. Ed è proprio quello vogliamo portare alla gente di Pontida: due ore di spettacolo con circa venti cantanti e una band con batteria, tre chitarre, basso, tastiere e percussioni. Per prepararlo, abbiamo fatto tre giorni di prove dalle 10 alle 20, un lavoraccio. Eppure c'è un'energia pazzesca, siamo tutti uniti per la stessa causa».

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