Portici, inaugurato l'osservatorio faunistico venatorio regionale: «Un modo per tutelare il settore»

Portici, inaugurato l'osservatorio faunistico venatorio regionale: «Un modo per tutelare il settore»
Lunedì 4 Aprile 2022, 15:32
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Nasce in Campania l'Osservatorio Faunistico Venatorio Regionale che avrà tra i principali obiettivi quello di raccogliere ed elaborare dati derivanti dalle attività di enti e associazioni operanti nel campo della fauna selvatica. L'iniziativa, presentata all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno a Portici, vede insieme oltre all'Izsm anche Università, mondo degli ambientalisti e quello venatorio. «Questo Osservatorio non nasce ex abrupto ma vi confluiscono diverse esperienze, carriere dedicate alla fauna selvatica in un territorio quale quello campano che, da questo punto di vista, è pregiatissimo», ha detto il direttore generale dell'IZS del Mezzogiorno, Antonio Limone.

«Un plauso va alla Regione Campania che oggi si dota di questo Osservatorio. Un'operazione molto pregiata che ha di fronte a sé una serie di attività con le quali l'Izsm concorre per la sua parte. L'idea è concorrere a mettere insieme queste esperienze in un organismo che oggi viene varato nell'interesse del cittadino.» Dunque, vi sarà una mirata attenzione alla fauna selvatica in un Istituto dove da sempre si declina il binomio ambiente - salute. Dall'incontro è emerso che la Campania fa 16.245 controlli all'anno sulla trichinella ai cinghiali e che l'Izsm considera la fauna selvatica argomento di studio importante non solo per la sicurezza alimentare del consumatore che, grazie ai controlli dei suoi laboratori, si mette al sicuro da rischi di malattie infettive ma offre monitoraggio costante anche sulla peste suina africana per evitare che si diffonda.

«Il valore aggiunto, credo, sia nel fatto che allo stesso tavolo siederanno i portatori di interesse e quindi avremo un confronto con le associazioni sia agricole che venatorie e ambientaliste, per cui uscirà fuori un risultato collegiale» ha aggiunto il direttore dell'Ofvr Vincenzo Veneziano. «L'Osservatorio ha un fine importantissimo: la necessità di validare il dato.

In Regione Campania abbiamo una quantità di dati pregressi che sono notevoli, ad esempio un ventennio di raccolta dati da parte della Lipu, quello dei cacciatori sugli abbattimenti. Dati spesso rimasti nei cassetti e uno degli obiettivi principali dell'Ofvr è renderli disponibili al cittadino. Ci sarà - ha proseguito - una fase di pubblicazione dei dati con carte tematiche: carte dei parchi, utilizzo del suolo, aree di caccia. A livello europeo è stato istituito sotto l'egida dell'Efsa, con un consorzio che comprende più di venti paesi, un Osservatorio europeo della fauna selvatica e abbiamo già avuto un contatto con gli organizzatori che hanno chiesto se avessimo dati certi e scientificamente validi dove si fa riferimento a volpe e lupo.»

 L'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo ha parlato di «un'iniziativa di sistema che porta la Regione Campania un pò più avanti non solo nel recupero del gap temporale anche in termini di contenuto» e ha spiegato «Abbiamo voluto individuare un modello diverso che coinvolgesse tutti gli attori: dal mondo accademico alle associazioni di categoria, faunistiche e ambientaliste per determinare le condizioni per un cambio di passo e sono certo che lo compiremo perché c'è grande necessità di recuperare tempo perso.» ha concluso.

«Devo dire che vi è una grandissima sensibilità da questo punto di vista. Siamo probabilmente tra le regioni che stanno mettendo meglio a sistema le attività in questo settore. Credo che l'Osservatorio possa compiere un balzo in avanti anche per farci compiere azioni meglio dimensionate alla nostra realtà regionale. Spero davvero che la Regione possa assicurare a questo Osservatorio tutta la vicinanza e il supporto necessario per svolgere al meglio le attività.» Aniello Anastasio, direttore del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animale all'Università degli Studi di Napoli Federico II ha aggiunto: «Come Dipartimento siamo presenti per la componente scientifica nell'Osservatorio e questo è un fulgido esempio di come un Dipartimento universitario non debba solo fare attività accademica ma collaborazione con tutti gli stakeholder fornendo supporto scientifico a iniziative strategiche come questa di salvaguardia e dell'ambiente e del mondo faunistico.»

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