«Portualità, il caro energia
non fermerà la crescita del settore»

«Portualità, il caro energia non fermerà la crescita del settore»
di Valerio Iuliano
Venerdì 25 Marzo 2022, 10:23
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Sulle imprese del settore dell'economia portuale gravano tutte le conseguenze della crisi determinata dallo scenario internazionale, dal caro-energia alla scarsa reperibilità delle materie prime, fino ai trasporti marittimi saliti alle stelle. L'incremento del costo dei carburanti si riflette sulle attività imprenditoriali della famiglia Improta. «Gestiamo il terminal di imbarco per le isole maggiori e minori e ci occupiamo di servizi portuali relativi al traffico merci e passeggeri», spiega Cinzia Improta, amministratrice delegata della Compagnia Marittima Meridionale che gestisce la Stazione Marittima di Calata Porta di Massa, società del gruppo che conta 45 dipendenti, più quelli dell'indotto.

Dallo scalo partenopeo transitano le forniture da e per Sicilia e Sardegna. «Con le nostre motrici operiamo la trazione a bordo degli automezzi pesanti sulle navi Tirrenia, Siremar e Grimaldi. Il rincaro dei carburanti, così come delle materie prime, ha determinato un aggravio dei costi diretti e, in prospettiva, provocherà la riduzione dei viaggi degli autotrasportatori. Facciamo tutto il possibile per contenere l'impatto di questi fenomeni. Non ci siamo fermati - aggiunge Cinzia Improta - nemmeno durante il lockdown. In quell'occasione abbiamo sempre assicurato i servizi, compreso quello ricettivo della Stazione Marittima».

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Tra le imprese che operano nel porto di Napoli c'è la Garolla, una società che gestisce un deposito costiero adibito allo stoccaggio e alla movimentazione di prodotti liquidi, come olio di palma, gasolio, biodiesel, oli minerali e prodotti petrolchimici. «Le materie prime, che arrivano sulle navi, vengono stoccate e poi riconsegnate alle industrie», sottolinea Raimondo Amato, amministratore delegato. «Alcune di queste devono essere tenute ad una temperatura costante e perciò riscaldate con le centrali termiche, alimentate a gas. L'aumento del costo del gas, unito a quello dell'energia elettrica, sta avendo notevoli conseguenze. Non sempre possiamo ribaltare i rincari sui nostri clienti perché abbiamo contratti con un prezzo prestabilito. Si stanno così determinando contraccolpi economici, che possiamo quantificare in un calo del fatturato del 20 per cento, rispetto allo scorso anno». Il trend negativo deriva anche da altri fattori. «L'attività si è ridotta perché avevamo un flusso di traffico proveniente dal porto di Odessa, che purtroppo si è interrotto. E a questo si aggiunge la scarsa disponibilità di acciaio inossidabile e della componentistica delle parti elettroniche, che ci impedisce di provvedere alla manutenzione e riparazione degli impianti». L'aumento dei noli marittimi e dei carburanti completano il quadro. «Nonostante le difficoltà, stiamo portando avanti i progetti di ampliamento dell'azienda», conclude Amato.

Anche per gli spedizionieri la situazione è altrettanto delicata. Gli acquisti e le vendite si sono rarefatti. «Ci interfacciamo con tutte le categorie, dal produttore di grano a quello di materie prime per aeronautica, automotive ed altri. Il nostro motto è: dai piccoli pacchetti ai grandi volumi», spiega Maria Rosaria Sticco della casa di spedizioni internazionali Sticco Sped, che opera presso l'Interporto di Nola. «Il caro-energia sta incidendo su tutto il settore. L'import e l'export stanno scomparendo. Già la pandemia ci aveva impedito di lavorare due anni fa. Nel 2021 avevamo avuto la possibilità di incrementare l'attività. Noi facciamo da tramite tra cliente e destinatario per il trasferimento del prodotto. Se mancano le materie prime, saltano tutti gli anelli della catena delle transazioni commerciali, dal trasportatore all'operatore doganale. Pensiamo ad esempio all'export dei beni di lusso verso la Russia. O alla gioielleria. La Fiera di Vicenza di quest'ultimo settore - continua Sticco - è andata deserta. Quando tutto questo sarà finito, siamo pronti a riprendere. Dobbiamo ricominciare a esportare. Resto comunque ottimista».
 

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