Post choc del papà di Gianluca:
«Ora sparate anche a me»

Post choc del papà di Gianluca: «Ora sparate anche a me»
di Elena Petruccelli
Venerdì 15 Luglio 2022, 17:34 - Ultimo agg. 19:48
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«Salve, per chi non mi conosce, mi chiamo Roberto Coppola, il papà di Gianluca. Per chi volesse provare l’emozione di ammazzare una persona può venie giù al mio domicilio e spararmi addosso anche un intero caricatore». L'amarezza il giorno dopo la sentenza di primo grado, che ha stabilito una condanna a 20 anni per Antonio Felli, accusato dell'omicidio del ragazzo. Gianluca Coppola fu raggiunto sotto casa, in viale Europa, da quattro colpi di pistola l’8 aprile 2021. Dopo aver lottato per oltre un mese, morì a soli 27 anni, il 18 maggio.

E tutta la scena avvenne davanti agli occhi di papà Roberto, che era insieme al figlio quel pomeriggio. Il sostituto procuratore aveva chiesto l’ergastolo, i genitori, gli amici e i parenti della vittima speravano in questo indirizzo della Corte d'Assiste. Con la fondazione Polis e i legali del Comune di Casoria, che si è costituito parte civile nel processo.

In un’intervista la madre Elisa, il giorno della commemorazione delle vittime innocenti della camorra che si era svolta a Casoria, aveva commentato che non avrebbe mai voluto rincontrare un giorno l’assassino di suo figlio in libertà. E ieri il marito Roberto, subito dopo la sentenza, ha dichiarato: «Mi chiedo se la vita di mio figlio non vale quanto quella di Willy, i fratelli Bianchi hanno avuto l’ergastolo senza nemmeno aver usato un arma».

Oggi sulla bacheca delle pagine social dedicate alla memoria di Gianluca il genitore ha deciso di pubblicare il durissimo post, che continua: «Vi assicuro che poi la pena per avere ucciso una brava persona, almeno così mi definisce qualcuno, non sarà una pena lunga, tra rito abbreviato e vari sconti di pena, la condanna non supererà i 10-12 anni». Roberto ha più volte descritto la drammaticità di quelle sequenze che non potrà mai più dimenticare, dicendo che Felli aveva indirizzato anche verso di lui la pistola. Nel giorno in cui il cuore di Gianluca ha smesso di battere, in qualche modo è come se si fosse spento anche il suo. Conclude ora: «Per favore fate girare questo messaggio. Magari c’è qualcuno che vuole provare il brivido di ammazzarmi e di rimanere quasi impunito, io sono a disposizione per farmi sparare un intero caricatore, anche alle spalle, non ho problemi. Grazie, dimentico, io esco alle 5 del mattino per andare a lavorare, vi sarà più facile venirmi a sparare».

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