Povertà a Napoli, l'allarme dei parroci: «C'è l'usura di vicinato»

Povertà a Napoli, l'allarme dei parroci: «C'è l'usura di vicinato»
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 22 Maggio 2020, 08:30
3 Minuti di Lettura

Ancora una volta sono i sacerdoti a schierarsi in difesa dei più bisognosi, ma anche del rispetto della legalità. Troppi, da parte dei criminali, i tentativi di mettere sotto usura i parrocchiani, ma anche di infiltrarsi nella rete degli aiuti. Ieri i rappresentanti delle foranie della diocesi di Pozzuoli, che comprende anche la zona occidentale di Napoli (Bagnoli, Pozzuoli, Soccavo) si sono riuniti con il vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, e Luigi Cuomo, il presidente fondazione Paulus che per conto della diocesi si occupa della prevenzione dell'usura: insieme hanno discusso delle difficoltà del momento e hanno messo a punto una strategia di resistenza. Molti sacerdoti hanno sottolineato i problemi connessi, non solo con le nuove povertà che troppi parrocchiani si trovano ad affrontare, ma anche con la gestione degli aiuti, visto che sono quasi novecento le famiglie soccorse dalla Caritas di Pozzuoli. E c'è stato anche chi ha evidenziato un'arroganza nuova da parte dei malavitosi. 

LEGGI ANCHE Dalla prefettura 1,3 milioni di euro alle vittime dell'usura

«Nell'era precovid è stato detto i criminali si tenevano lontani da noi, oggi tentano di alzare la voce». Niente da meravigliarsi, visto che proprio nell'area di Soccavo lo stesso Cuomo aveva segnalato già ad aprile il coinvolgimento di alcuni spacciatori nella distribuzione di generi alimentari. E dalla stessa zona era partito il grido di allarme di un parroco che segnalava le stesse difficoltà. «In questo momento abbiamo la netta sensazione che il ricorso al prestito usuraio stia crescendo in maniera silenziosa, ma inesorabile dice Cuomo - A tutti diciamo: non rimanete soli, tanti si trovano ad affrontare i vostri stessi problemi. I parroci sono pronti ad aiutarvi. L'unica cosa da evitare è mettersi in mano ai cravattari senza scrupoli». I sacerdoti sono in prima linea contro chi intende approfittare degli aiuti per infiltrarsi e gestire il consenso, ma anche contro chi vuole strozzare famiglie e imprenditori in crisi. «Noi segnaliamo alla fondazione Paulus le situazioni di grave rischio spiega Alberto Iannone, direttore della Caritas Diocesana - Ci sono persone che hanno una sovraesposizione debitoria e sono prede facili per gli usurai. Di queste si occupa la fondazione. Noi, invece, cerchiamo di provvedere alla sopravvivenza quotidiana. Abbiamo avuto un incremento dell'85 per cento di richieste di aiuto. E molte arrivano anche piccoli imprenditori. Perciò abbiamo messo in piedi una task force per aiutare tutti a capire come si può accedere agli aiuti dello Stato».
 


La disperazione, mai come in questo caso, è una cattiva consigliera. E spesso il bisogno spinge tra le braccia del nemico, il cravattaro. Spiega il vicedirettore della Caritas napoletana, Giancamillo Trani: «Ci troviamo di fronte a una crisi epocale, che farà fare ottimi affari agli strozzini. Oggi l'usura è più subdola perché a prestare i soldi è il salumiere o la signora del primo piano. Abbiamo una sorta di usura di vicinato. Ma non solo. Il fenomeno si sta estendendo anche nelle collettività di migranti: alcuni di loro stanno agendo come strozzini nei confronti dei loro connazionali. Noi, dal canto nostro, cerchiamo di aiutare tutti. Abbiamo avuto Sos anche da parte di un istituto di suore di clausura che ricava da vivere dall'ospitalità offerta alle scuole e da un circo equestre rimasto bloccato dal lockdown. Abbiamo aiutato tutti, anche degli studenti stranieri rimasti bloccati in Italia». Ma il futuro, dal fronte della solidarietà sono d'accordo tutti, sarà molto amaro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA