Quando venne alla luce nel 1991, durante la costruzione del ponte azzurro della variante Solfatara, gli archeologi della soprintendenza di Napoli e Caserta, si trovarono dinanzi a un sito davvero imponente: un tratto della famosa via Antiniana, la strada romana che collegava via Celle e dunque l’antica Puteoli, con la via Domitiana e quindi Neapolis, costellata per oltre trecento metri, di monumenti funerari, gentilizi e diversi mausolei.
Tuttavia, nonostante le forti potenzialità, il sito archeologico della via “Puteolis-Neapolim”, un luogo della memoria, oltre che un forte attrattore culturale, nei fatti, non è mai stato aperto al pubblico. Col tempo tra i monumenti, è proliferata una vera e porpria selva di erbacce e arbusti e le coperture, realizzate a protezione del sito, risultano in parte divelte, distrutte dall’incuria del tempo e dimenticate dell’uomo.