Un acquitrino invaso dalla melma, è la triste istantanea del c.d. Tempio di Serapide a Pozzuoli.
Il sito archeologico flegreo, da qualche settimana, presenta la pregevole pavimentazione rivestita di lastre marmoree, ricoperta da acqua e melma.
Una «spiacevole coltre maleodorante», come lamentano alcuni ristoratori che affacciano sul sito.
Il tempio di Serapide, in realtà l'antico Macellum della città romana di Puteoli, è interessato dalla fonte termale del “Cantarello”, già attiva dal Medio Evo e che ancora oggi, riversa nel sito le proprie acque sorgive.
Un flusso d'acqua, regolare e costante, controllato da alcune pompe idrovore che, tuttavia, necessiterebbero di maggiore attenzione e manutenzione.