Pozzuoli, accusa choc per il sindaco Vincenzo Figliolia: ​«Buoni spesa in cambio di sesso»

Pozzuoli, accusa choc per il sindaco Vincenzo Figliolia: «Buoni spesa in cambio di sesso»
di Leandro Del Gaudio
Martedì 14 Giugno 2022, 23:57 - Ultimo agg. 15 Giugno, 21:45
4 Minuti di Lettura

Apre il cassetto, prende i buoni spesa, quelli destinati alle fasce deboli per l’emergenza covid, e li mette sulla scrivania. Sono lì sul tavolo, al centro della scena. Poi iniziano le avances sessuali. Qualche settimana dopo, la scena si ripete, sempre lì, all’interno dello stesso ufficio, a porte rigorosamente chiuse: prima una telefonata al dentista, per ottenere la promessa di uno sconto per una donna in difficoltà, poi il sesso. Non siamo in un hotel o in un appartamento privato, ma all’interno dell’ufficio del sindaco Vincenzo Figliolia, uno dei volti più noti di Pozzuoli, finito di recente al centro di un’inchiesta per turbativa d’asta, a proposito del rilancio di rione Terra a Pozzuoli. Ed è nel corso delle indagini su questa gara di appalto, vicenda scandita da intercettazioni ambientali e videoriprese, che emerge un filone investigativo autonomo rispetto alla storia del grande appalto della antica Pozzuoli. Quanto basta a spingere la Procura di Napoli a firmare delle perquisizioni autonome rispetto al filone principale delle indagini, con accuse che fanno venire i brividi solo a raccontarle: peculato e concussione sessuale. Due episodi al vaglio, tra gennaio e aprile. 

In sintesi, il sindaco avrebbe ottenuto da una sua concittadina, in evidenti condizioni di disagio economico, delle prestazioni sessuali, che si sarebbero consumate all’interno del suo ufficio. Siamo nell’antico edificio comunale, la stanza è corredata da una scrivania centrale, la bandiera italiana e la foto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Inchiesta condotta dai militari della guardia di finanza agli ordini del generale Napolitano e dalla Mobile del primo dirigente Fabbrocini, sotto il coordinamento dei pm Stefano Capuano e Immacolata Sica, che stanno passando al setaccio ore di immagini e di intercettazioni.

Ci sono perquisizioni e sequestri, per i quali ieri mattina si è tenuta la prima udienza dinanzi al Tribunale del Riesame, con gli atti che sono stati messi a disposizione delle parti. Aula 720, c’è appena il tempo per dare inizio alla battaglia legale che spunta il caso della perquisizione a carico di Figliolia, per reati che poco o nulla c’entrano con la storia madre. Peculato e concussione sessuale, dunque.  

Qual è il ragionamento della Procura? La donna non poteva ricevere quei buoni, in quanto già originariamente destinataria del reddito di cittadinanza: i buoni spesa, secondo la legge post Covid, spettavano solo a chi è in condizioni di indigenza assoluta; poi c’è il capitolo concussione sessuale. Su questo punto la Procura ha svolto delle indagini, andando al di là del contenuto delle intercettazioni: la donna, in sintesi, avrebbe confermato il proprio stato di soggezione sotto il profilo economico, che l’avrebbe spinta ad aderire alle avances fatte dal sindaco. Una testimonianza da parte offesa, in una trama che ora attende la versione del diretto interessato. Difeso dal penalista Luigi De Vita, il sindaco Figliolia ha da sempre fatto del rispetto dei valori della persona la propria stella polare. In relazione alla vicenda dell’appalto del rione Terra, si dice pronto a dimostrare la correttezza della propria condotta, mentre sulla storia legata ai rapporti con la donna, nessun commento, anche se - chi lo conosce e gli sta vicino in questo momento - sa bene che è pronto a ribadire che non ci sarebbe stata alcuna forzatura esercitata nei confronti della donna. Una storiaccia, che ora attende riscontri, condotti con il massimo della cautela da parte degli inquirenti.  

Video

Altra storia la vicenda che vede coinvolto l’ex dirigente del Pd Nicola Oddati. È indagato per corruzione, per aver intascato tangenti - secondo l’accusa - in cambio di un suo ruolo di facilitatore nell’appalto di rione Terra e in altre vicende amministrative in Puglia e in Calabria. Difeso dall’avvocato Vittorio Giaquinto, Oddati si dice pronto a dimostrare la correttezza del lavoro svolto come dirigente Pd e come leader delle agorà per conto del partito. Sono una quindicina gli indagati, parliamo di soggetti legati a mondi differenti. Ci sono imprenditori interessati ad un ruolo di player nel rilancio di rione Terra, ma anche soggetti politici di estrazione diversa. Seguendo il filo di intercettazioni e appostamenti, si arriva a due presunti contatti politici in buoni rapporti con lo stesso Oddati. Avrebbero ricevuto tangenti per facilitare procedure amministrative a Taranto vecchia e in Calabria. Ipotesi, niente altro che ipotesi, in attesa di riscontri e della versione dei soggetti finiti a vario titolo sotto indagine. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA