«Prigionieri» sul Faito, ma nessuno interviene

«Prigionieri» sul Faito, ma nessuno interviene
di Ciriaco M. Viggiano
Martedì 14 Novembre 2017, 09:16
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VICO EQUENSE. Marchina ha sei anni, vive con genitori e sorellina sul Monte Faito e frequenta la seconda elementare. Da una settimana, però, non può sedersi tra i banchi di scuola: la frana di lunedì scorso ha reso off-limits via Nuova Faito, unico collegamento tra la frazione e il centro di Vico Equense. E, sebbene i detriti siano stati rimossi, sulla riapertura della strada non vi sono certezze: uno strazio per i bambini costretti a rinunciare alle lezioni, per gli anziani bisognosi di assistenza medica e per tutti gli abitanti del villaggio, cento persone ormai esasperate dall'isolamento forzato. 

La storia di Marchina è quella di altri 16 piccoli che abitano sul Faito e frequentano l'istituto comprensivo «Caulino». Per loro la frana ha comportato l'astensione forzata dalle lezioni a causa del blocco della strada. A poco è servita la riapertura della funivia disposta dall'Eav: i genitori non hanno lasciato che i figli raggiungessero Castellammare a bordo della «panarella» e che da lì fossero accompagnati a scuola col pullmino comunale. «Il maltempo impone continui stop al servizio racconta una mamma In più, alcuni bambini hanno problemi di udito che potrebbero aggravarsi durante il viaggio da mille metri al livello del mare e altri sono terrorizzati dall'idea di viaggiare sospesi nel vuoto».

Insomma, basta il primo maltempo di stagione per impedire a 17 bambini di andare a scuola: una situazione alla quale famiglie e Comune stanno tentando di trovare una soluzione. Ieri, nella pensione Cinciallegra di Faito, dieci bambini hanno partecipato a un laboratorio organizzato dalle mamme con l'obiettivo di tenerli impegnati in mancanza delle lezioni. Hanno preparato gli addobbi natalizi e giocato a carte, ma alcuni di loro avvertono la mancanza dell'ambiente scolastico. Marchina chiede continuamente ai genitori: «Quando potrò rivedere la maestra e i compagni di classe?» Il problema è stato discusso in giunta comunale.

 

Si valuta persino l'opportunità di chiedere all'Ufficio scolastico regionale il distacco sul Faito di una o più insegnanti dell'istituto comprensivo «Caulino»: se ne saprà di più oggi pomeriggio, quando il sindaco Andrea Buonocore incontrerà la dirigente della scuola.
Per il resto, la situazione non è cambiata. La rimozione dei detriti dalla ex statale 269 ha consentito l'apertura di un varco riservato ai mezzi di soccorso. La strada, però, resta chiusa per i residenti, tormentati dalla mancanza di assistenza medica e di generi di prima necessità. Solo qualche temerario, a suo rischio e pericolo, percorre la strada per raggiungere il centro di Vico e fare rifornimento di cibo, medicinali e carburante. Un'emergenza che Nunzia Somma, presidente dell'associazione Ivix Faito 1444, ha più volte segnalato alle autorità: «Ma senza ottenere riscontro. Eccezion fatta per la Prefettura, che ha ordinato a Città metropolitana e Regione di intervenire, le istituzioni sono rimaste in silenzio».
L'ex Provincia di Napoli, che gestisce via Nuova Faito, ha provveduto a rimuovere i detriti dalla strada e dal canalone in cui si erano ammassati: interventi costati finora 40mila euro. «Abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo tecnico per discutere il da farsi dice Raffaele Cacciapuoti, consigliere metropolitano con delega alle strade Ora tocca alla Regione, competente in materia di protezione civile e dissesto idrogeologico, prendere in mano la situazione». Ma che cosa ne pensano a Palazzo Santa Lucia? «La direzione generale Lavori Pubblici ha già stanziato 70mila euro per interventi di messa in sicurezza del costone colpito dagli incendi estivi e dalle frane. Ora serve un progetto complessivo che garantisca il contenimento del movimento franoso in via definitiva. Perciò sono già previsti rilievi per acquisire le informazioni necessarie sulla base delle quali si dovrà poi stilare un primo studio di fattibilità». Tempi lunghi, quindi, per mettere la zona in sicurezza e restituire la libertà ai cento «prigionieri» del Faito.
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