Prima comunione col neomelodico, Barone si difende: «Noi nel mirino più degli altri, ero a Marigliano per una piccola fan»

Prima comunione col neomelodico, Barone si difende: «Noi nel mirino più degli altri, ero a Marigliano per una piccola fan»
di Giovanni Chianelli
Martedì 20 Ottobre 2020, 11:00 - Ultimo agg. 13:27
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«Nessun concerto, ero là a festeggiare la figlia di un'amica». Enzo Barone cerca di ridimensionare la vicenda che lo ha reso protagonista. Nato a Gragnano, cantante giovane domani compie 29 anni e neomelodico per sua stessa, orgogliosa definizione, è autore di brani da decine di migliaia di visualizzazioni come Nun voglio sapè niente e Quello che volevi. Domenica scorsa era a una Prima comunione a Marigliano, in un ristorante. Le immagini di lui che canta davanti a decine di persone, senza mascherina, irrispettosi delle distanze di sicurezza, hanno fatto il giro del web e sono finite sui giornali. Ma lui smentisce: «Non erano molte, le persone che hanno assistito al mio show improvvisato». Resta però il giallo di un altro filmato, risalente a venerdì, dove si vede di nuovo Barone cantare a un matrimonio, a Castellammare, con molti invitati che festeggiano in barba alle regole. Il video, che compariva nella pagina ufficiale del manager Gaetano Cotidiano, è stato rimosso: «Si tratta di un video vecchio - spiega Cotidiano - lo avevamo pubblicato per aumentare le visualizzazioni. Poi lo abbiamo rimosso dopo le polemiche degli ultimi giorni, per non creare problemi con altri cantanti: potevano pensare stessimo lavorando». 

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Barone, cosa è successo domenica?
«Ero a casa quando Laura, una mia cara amica, mi ha chiamato.

Voleva che facessi gli auguri a Fabiana, la figlia, che quel giorno faceva la prima comunione. Non era una chiamata di lavoro: purtroppo non sto lavorando. E con questo intendo smentire anche l'accusa di fare altre serate, niente di più falso».

E perché si esibiva?
«La piccola è una mia fan e mi ha chiesto di cantarle un brano che ama. Come potevo dirle di no? Certo, è stata una imprudenza. Prima di cantare ho raccomandato di non fare video per non creare equivoci, eppure qualcuno non mi ha ascoltato. Oltretutto, mostrarmi in una esibizione mentre tutti i colleghi stanno fermi non sarebbe stato corretto».

Nel video si vedono molte persone cantare e ballare, senza rispetto delle distanze.
«Il tavolo della festeggiata non superava le 13-14 persone. Senza false modestie sono abbastanza noto: è successo che anche altri ospiti del ristorante, che è molto frequentato e ha anche un albergo, hanno partecipato a quella che doveva essere una sola dedica».

Sicuro che era solo un brano?
«È dimostrabile dal fatto che non avevo musicisti con me. Io di solito giro con una band, domenica la base era data da un palmare collegato alla tastiera».

Non ha paura del contagio?
«Certo, e infatti per venerdì prossimo ho prenotato un tampone. Piuttosto mi chiedo come mai a noi è richiesta, giustamente, una disciplina così severa mentre proprio al mattino, in un centro commerciale, ho notato centinaia di persone, anche bambini e anziani, accalcati senza mascherine. Sacrosanto che si rispettino le regole, ma dobbiamo farlo tutti».

Voi artisti vi sentite perseguitati?
«Siamo quelli più in vista, ci sta. Ma vedo che a chi si definisce neomelodico vengono date attenzioni ancora più dure. Sarà perché il nostro mondo, cui appartengo con fierezza anche se vengo dalla canzone classica napoletana, è sempre stato visto male. Eppure questa crisi sta colpendo tutti, da chi canta ai matrimoni a chi fa concerti da centomila persone».

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