Pd, Marco Sarracino al Mattino: «Con me Napoli diventa europea. Io tra Obama e Berlinguer»

Pd, Marco Sarracino al Mattino: «Con me Napoli diventa europea. Io tra Obama e Berlinguer»
di Marco Perillo
Martedì 16 Febbraio 2016, 08:36 - Ultimo agg. 14:38
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Forum al Mattino oggi in diretta streaming con Marco Sarracino, che partecipa alle primarie del centrosinistra promosse per scegliere il candidato sindaco di Napoli. È il secondo appuntamento organizzato in via Chiatamone per discutere di programmi e idee, in vista delle consultazioni del 6 marzo. Ieri ha illustrato il suo programma Antonio Bassolino, nei prossimi giorni sono attesi anche gli altri candidati: Antonio Marfella e Valeria Valente. Conduce l'incontro con Marco Sarracino il vicedirettore del Mattino Federico Monga, insieme con i giornalisti di cronaca e politica. Marco Sarracino è il più giovane dei partecipanti alle primarie, a soli 26 anni. Tanti i temi trattati, dal futuro della città alel emergenze di ogni giorno.
 



Sarracino, perché si è candidato?

«A 26 anni è normale impegnarsi per la propria città. Con molti altri giovani non eravamo d'accordo con la candidatura di Valeria Valente e abbiamo deciso di scendere in campo. In questa città la mia generazione non è rappresentata e sta abbandonando Napoli. La mia candidatura è un incentivo a restare. Valente e Basssolino hanno rappresentato un pezzo importante della sinistra di questa città ma oggi la sinistra deve guardare alla modernità. Quando Bassolino ha fatto il sindaco avevo solo 4 anni. Io sono figlio del Partito Democratico».

La sua è solo una candidatura di bandiera o vuole vincere?

«Se avessi pensato questo, avremmo fatto un ragionamento diverso. Ci candidiamo per vincere. Ci crediamo. Siamo una pallina di neve che può diventare valanga. Sono 5 anni che faccio politica nel Pd, non sono arrivato ora. Con Orlando sono stato segretario nell'organizzazione giovanile e ho fatto molto altro».

Chi la sta aiutando nella campagna elettorale?

«Abbiamo un valore aggiunto: fare una campagna elettorale tra Obama e Berlinguer. Soprattutto sui social ma seguendo valori fondamentali. Abbiamo tantissimi ragazzi volontari in campo».

Si sente rottamatore?

«Ero alla prima Leopolda poi non ci sono più tornato. Il Renzismo in questa città non ha avuto spinta innovativa e non ho condiviso alcune battaglie che ha fatto Renzi».

La sua corrente fa riferimento a Epifani. Non crede che abbia poco a che fare con Napoli e i suoi problemi?

«No, perché sono intervenuto spesso per denunciare i problemi di questa città. In questi 5 anni non si è creato un nuovo gruppo dirigente. Alla Fonderia dissi che c'era il dovere di oltrepassare il Rubicone. E difatti abbiamo De Luca presidente della Regione e Basoslino candidato sindaco...».

Cosa farà per Napoli?

«E' una città che conosco e che vivo. So bene cosa serve, so cosa è andare in aautobus, in una metropolitana e non uscirci per ore; cercare un posto di lavoro che non trovarlo. Bisogna rendere Napoli una città europea, non solo normale. Punto all'abbattimento delle vele di Scampia, è una ferita profonda. Voglio porre le periferie al centro dell'attenzione politica».

Bagnoli?

«Potrebbe diventare un polo di attrazione, è una grande risorsa. Come Napoli Est. Si posso intercettare nuovi fondi».

Perché ha deciso di candidarsi subito per diventare sindaco? Lei non ha esperienze di amministrazioni.

«Qui c'è l'idea sbagliata che a 26 anni non si è ancora adulti, basta guardare cosa ha fatto il fondatore di Facebook. Anche nelle multinazionali di tutto il mondo ci sono giovani di 26 anni tra i manager. Quando c'è un ragazzo alla guida di una azienda c'è una prospettiva. Quello che manca a Napoli è una visione per il futuro, Napoli è una città che va governata ma alla quale va regalato un futuro».

Napoli ha una dimensione portuale forte non sfruttata. E poi ci sarà ricerca e innovazione. Il materiale su cui lavorare c'è già.

«A Bilbao c'è il Guggenheim e c'è la fila per entrarci. Figuriamoci cosa potrebbe accadere a Napoli. Perché da problema Napoli non può diventare una città intelligente? Perché non c'è il servizio di car sharing? L'idea della Napoli del futuro va costruita».

Ma non crede che Bilbao sia un'altra realtà rispetto a Napoli?

«Bilbao 20 anni fa era come Bagnoli o Napoli Est. E' diventata una capitale dell'università europa. Ed è nello stesso continente di Napoli. Qui c'è stata incapacità amministrativa. Perché non viene sbloccata la situazione del porto? Il lavoro di Delrio per me è sufficiente. Però c'è molto altro da fare. Ci sono troppi interessi cristallizzati. Quando si potrebbero creare centinaia di posti di lavoro». 

Cosa pensa dei suoi avversari alle primarie?

«Sulle primarie la partita è aperta. Bassolino e Valente cercano di polarizzare lo scontro e temono che io sia coinvolto. Chiedo che i seggi non siano negli scantinati ma nei gazebo, alla luce del sole. Se si sa che c'è la mia candidatura, i miei competitor possono andare in difficoltà. La città deve capire che c'è un giovane che scende in campo. Tutti dicono che il mostro da abbattere è De Magistris. Il tema è presentare una candidatura che tolga voti a De Magistris e ai Cinque Stelle. De Magistris non si batte togliendo i voti a Lettieri, ma smontando le sue proposte facendo davvero le cose di sinistra».

Come guarda all'elettorato moderato all'interno del Pd?

«C'è un errore nella definizione di essere moderati. Significa essere moderato nella propria proposta politica. Io credo che bisogna essere sempre radicali nelle proposte. Io ho sempre detto che l'accordo con Ncd non andava fatto. Napoli è una città che quando vuole fare arrivare un messaggio, lo fa in modo forte e deciso». 

Chi pensa possa votarla?

«Negli Usa, in Grecia e in Spagna è così: chi vince è colui che ha il voto degli under 30. Il voto della mia generazione frutta molto. Io sono quello che se hai un problema me ne occupo. Ti do gli stumenti per emanciparti e cambiare le cose nel luogo in cui vivi. Gran parte dei provinciali di Napoli appoggia la Valente ma si vota a Napoli città. Poi esiste il voto di opinione che è molto forte. E l'opinione sugli ultimi 20 anni di amministrazione è negativa. Perciò posso farcela».

Se non ti fossi candidato, tra Valente e Bassolino chi avresti scelto?

«Sono tra Obama e Berlinguer. E non sono vicino né a Valente, né a Bassolino. Noi abbiamo creato l'alternativa. Ma chi vince sarà il candidato di tutto il Pd».

Che critica fa a De Magistris?

​«Lui ha isolato la città. Fin da quando ha messo la bandana arancione in testa. L'ha isolata sia da un punto di vista politico che amministrativo. Guardate Bagnoli: se pensa di aver subito un torto, entrasse nella cabina di regia e facesse lì la sua battaglia politica».

Napoli è anche la città dell'emergenza. Che ne pensa dei militari in strada?

«Vengo dalle periferie e conosco bene certe storie. Quando Alfano è venuto qui, ci sono stati due morti ammazzati. La camorra si muove in maniera autonoma rispetto allo Stato. Per la camorra lo Stato non esiste. Se militarizzi la città non risolvi il problema. Se hai la camionetta a piazza Dante e al Cavone spacciano, a cosa serve? Napoli è innanzitutto una città povera, ecco perché si delinque. Occorre ricostruire un reddito minimo cittadino. Facciamo sopravvivere chi non ce la fa». 

E' più facile che il Naspoli vinca lo scudetto o che lei vinca le primarie?

«Mi vedo come il Napoli.
Gli altri sono come il Milan e l'Inter: sono un po' fumo. Noi proponiamo il calcio più bello».

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