Processi lumaca a Napoli, i paletti degli avvocati penalisti

Processi lumaca a Napoli, i paletti degli avvocati penalisti
di Viviana Lanza
Martedì 30 Ottobre 2018, 07:30 - Ultimo agg. 12:12
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I tempi dei processi, i fascicoli che si accumulano, le carenze di personale negli uffici giudiziari, la mole di procedimenti pendenti in Corte d'appello e l'attesa di quattro anni circa perché un procedimento definito in primo grado approdi in secondo. I penalisti che tutti i giorni frequentano aule e uffici di tribunale non si scandalizzano. L'avvocatura penale napoletana si appresta ad affrontare le elezioni per il direttivo della Camera penale e il tema dei tempi dei processi, e più in particolare dei tempi lungi in Corte d'appello, è uno dei temi che si propone anche nel prossimo futuro e sarà dunque di interesse anche per chi si propone alla guida della Camera penale. L'attuale presidente Attilio Belloni spiega che il problema dei procedimenti arenati in Corte d'appello è «un problema che non scopriamo adesso». «Concordo con il presidente De Carolis - afferma l'avvocato Belloni - c'è una carenza di personale e di strutture di cui deve farsi carico il ministero della Giustizia». Belloni conferma poi l'apertura al dialogo da parte dei penalisti: «Gli avvocati sono disponibili a offrire il proprio contributo».
 
«È interesse di tutte le parti coinvolte nel processo - aggiunge - che i processi si celebrino in tempi ragionevoli». Un punto, questo, su cui concordano anche gli avvocati Ermanno Carnevale e Bruno Botti, candidati alla guida delle due liste che si fronteggeranno alle prossime elezioni. Carnevale, candidato a rappresentare la linea di continuità con il direttivo di Belloni, sottolinea che «senza compromissione del diritto di difesa l'avvocatura sarà aperta e disponile a fare la propria parte». «Da cittadino prima ancora che da avvocato trovo doveroso che venga garantita una risposta della giustizia in tempi ragionevoli». Netta la posizione dell'avvocato Bruno Botti, candidato alla guida di una lista che rappresenta un'alternativa del tutto nuova rispetto all'attuale direttivo della Camera penale. «Se si tratta di fare fronte comune per ottenere nuove risorse e nuovi mezzi per gli uffici giudiziari e della Corte d'appello di Napoli saremo al fianco dei magistrati e pronti a dare il nostro contributo. Ma - precisa Botti- se invece ci si aspetta che gli avvocati modulino le proprie impugnazioni se lo possono scordare».

La posizione dei penalisti, dunque, è quella di concedere aperture che non limitino i diritti difensivi. E con uno sguardo al futuro si ragiona sulla riforma Orlando che ha stabilito la sospensione della prescrizione per un termine di due anni in attesa della fissazione del processo di secondo grado nei casi di processi definiti in primo grado con sentenza di condanna per reati successivi all'entrata in vigore della riforma. A Napoli la media dei tempi di attesa tra un grado di giudizio e l'altro è di quattro anni. E il rischio di prescrizioni e lungaggini per ora appare possibile.
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