Processioni a Napoli e in costiera, l'Asl frena ma i sindaci: «Si faranno»

Processioni a Napoli e in costiera, l'Asl frena ma i sindaci: «Si faranno»
di Massimiliano D’Esposito
Sabato 26 Marzo 2022, 23:51 - Ultimo agg. 28 Marzo, 08:12
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«In penisola sorrentina la curva dei contagi è tornata a salire e sarebbe il caso di annullare le processioni della settimana santa». A lanciare l’allarme è il coordinatore del dipartimento di prevenzione dell’Asl Napoli 3 Sud per la Costiera, Francesco Fanara. Dopo il via libera ai riti pasquali arrivato dalla Conferenza episcopale campana in considerazione della fine dello stato di emergenza al 31 marzo, le confraternite tra Vico Equense e Massa Lubrense si sono subito messe in moto per organizzare i cortei degli incappucciati, nel rispetto del protocollo predisposto dall’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare. Disposizioni che impongono l’adozione di misure per limitare gli assembramenti, come la vestizione in luoghi aperti ma off limits al pubblico, così come l’utilizzo delle mascherine ed il divieto di passaggio di mano delle vesti e dei simboli portati in processione. Prescrizioni evidentemente ritenute insufficienti da Fanara, il quale ha scritto ai sindaci della Costiera e al direttore sanitario distrettuale ricordando loro che «ad oggi sono più di 1.800 i residenti della penisola sorrentina positivi ed in isolamento». 

Da ciò l’appello ai sindaci. «Nel rispetto della volontà cristiana di celebrare i riti pasquali come vuole la tradizione - scrive Fanara - andrebbero differite, di un altro anno, le processioni della via Crucis come le altre manifestazioni pubbliche tradizionali». La richiesta, quindi, sarebbe di annullare per il terzo anno consecutivo i cortei che coinvolgono una ventina di confraternite e migliaia di incappucciati. Senza dimenticare che le manifestazioni pasquali richiamano anche viaggiatori da ogni parte d’Italia e del mondo, dando il via alla stagione turistica.

Proprio in virtù dell’attesa che circonda questi eventi, Fanara propone, «se non fosse possibile rimandarle», quantomeno di «invitare le congregazioni ad organizzarsi per effettuare una sola, comune, processione per città nello stesso giorno ed alla stessa ora così da distribuire il pubblico nei vari Comuni». In caso di impossibilità al rinvio dovrebbero essere le forze dell’ordine e la Protezione civile a «limitare gli assembramenti» invitando «i cittadini ad indossare le mascherine».

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La palla passa ora ai sindaci, mentre qualche confraternita ha già annunciato autonomamente il forfait. È il caso di quelle di Trinità e di Mortora a Piano di Sorrento e delle due di Massa Lubrense, che fanno riferimento a difficoltà organizzative e all’aumento dei contagi per spigare le loro decisioni. I sindaci per ora tirano dritto. «Le processioni si faranno - annuncia senza mezzi termini il primo cittadino di Sorrento, Massimo Coppola -. Sono pronto ad assumermi tutte le responsabilità che mi consente la legge. Non capisco perché ora che si va allo stadio e in discoteca l’Asl debba intervenire per dirci se fare o meno le processioni». Più cauto il suo collega Salvatore Cappiello, sindaco di Piano di Sorrento, il Comune dove si organizza il maggior numero di cortei. «Sin da piccolo ho sempre partecipato alle processioni, e so cosa significhino questi riti per i nostri concittadini - spiega -. Ma comprendo anche le ragioni della Asl tanto che ho chiesto ai responsabili delle confraternite di andare avanti con i preparativi ma con cautela perché dobbiamo attendere le disposizioni del governo ed eventuali restrizioni imposte dalla Regione. Non escludo uno stop alle manifestazioni di piazza che precluderebbe le processioni ed anche altri riti come la benedizione delle palme fuori dalle chiese».

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