Processo per brogli elettorali, assolto dopo 6 anni d'inferno

Processo per brogli elettorali, assolto dopo 6 anni d'inferno
di Francesca Mari
Martedì 19 Febbraio 2019, 10:36
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A processo per presunti brogli elettorali alle elezioni politiche del 2013, ex presidente di seggio è stato assolto in primo grado «per non aver commesso il fatto», sei anni dopo. «Sei anni nel limbo, lo Stato mi ha deluso». Giosuè Battaglia, ex professore, assistente scolastico e presidente di seggio dall'età di 18 anni racconta la sua disavventura con la giustizia, lui che ha vissuto «tutta una vita - dice - per la legalità».

L'INCUBO
Sposato con 4 figli, una laurea in storia e filosofia e 67 anni compiuti, di cui gli ultimi sei trascorsi con la scure sul capo di una condanna mai arrivata. Lo scorso 5 febbraio il giudice della Procura di Torre Annunziata, Valeria Campanile, lo ha assolto dalle accuse di brogli elettorali per cui era stato rinviato a giudizio nel 2013. Era il 25 febbraio di quell'anno e si votava per il rinnovo di Camera e Senato. Come tante altre volte nella vita, Battaglia era presidente nella sezione 33 della scuola «Nazario Sauro». Ma quella mattina, secondo giorno di elezioni, era arrivato al seggio in ritardo. «Arrivai 7 minuti dopo - racconta Battaglia - perché un camion per la distribuzione del latte senza autista a bordo ostruiva la strada. Appena arrivato, vidi un elettore che contestava il mio ritardo coadiuvato da un poliziotto che si occupava del servizio pubblico nella scuola. Si creò frastuono e io, per recuperare il tempo perso, presi dal pacco due schede per autenticarle e dar modo a un componente del mio seggio di votare. Contemporaneamente il poliziotto, per dar corso alla denuncia dell'elettore che mi contestava, mi chiese il documento di riconoscimento e io, mentre lo cercavo nella tasca interna del cappotto, avevo tra le mani le due schede bianche. Fu così che si consolidò l'accusa che le avevo nascoste».

 

Il presidente fu denunciato al commissariato di polizia e, successivamente, perquisito sia nell'auto che a casa. «Cercavano altre schede - prosegue - che non hanno mai trovato. Mi dimisi dall'incarico e fui sostituito dal vicepresidente». Seguì il rinvio a giudizio e il processo, in cui Battaglia è stato difeso dall'avvocato Antonio Cirillo. Solo dopo 6 anni e varie udienze l'uomo è stato assolto con formula piena. «Sei anni in cui ho vissuto nell'incubo dei pregiudizi e nel timore del giudizio dei miei cari. Inoltre sono stato fuori da ogni attività pubblica. Una serie di circostanze, come il ritardo e l'equivoco delle schede mi hanno portato a un processo ingiusto. Ma anche alcuni errori umani: la denuncia e il sequestro delle schede non spettavano al poliziotto, ma all'ufficio elettorale. Ho perso la fiducia negli altri e nelle istituzioni».
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