Procura di Napoli, dopo Melillo due pool per l'antimafia

Procura di Napoli, dopo Melillo due pool per l'antimafia
di Valentino Di Giacomo
Domenica 29 Maggio 2022, 10:00
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Cambio di assetto per la procura di Napoli. Domani, dopo cinque anni alla guida dei magistrati partenopei, Giovanni Melillo presenterà i suoi saluti nella sala dell'Arengario della cittadella giudiziaria napoletana per andare a ricoprire il prestigioso incarico di procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo dopo la nomina del Csm. In attesa della nomina del successore di Melillo per la guida della procura di Napoli - occorreranno alcuni mesi al Csm - assumerà l'interim la vicaria Rosa Volpe. I cambi più incisivi riguarderanno l'assetto della Dda partenopea (quella che indaga sui crimini per mafia commessi in città) fino ad oggi guidata da Melillo. Si prevede l'istituzione di due super pool: uno in particolare riguarderà una macro-area che riesca ad accorpare tutte le inchieste per reati di mafia avvenuti sia a Napoli che nella sua provincia. L'altra dovrebbe occuparsi dei clan esterni a Napoli. Per questa sezione si attende il nome di un aggiunto, riserva che sarà sciolta nelle prossime ore dallo stesso Melillo. Al momento hanno presentato domanda tutti gli aggiunti, si prevede un testa a testa tra due amici e colleghi di provata esperienza, vale a dire Raffaello Falcone (oggi alle Fasce deboli) e Pierpaolo Filippelli (oggi coordina l'Ufficio notizie di reato). Alla Dda farà ritorno anche il pm Henry John Woodcock dopo essersi dedicato negli ultimi anni alle inchieste sulla pubblica amministrazione. Intanto, è stato assegnato un nuovo gruppo di lavoro per l'antiterrorismo che guiderà il pm Sergio Amato. 

Alcuni dei magistrati interessati dallo spoil system erano ieri mattina al convegno organizzato dall'Anm napoletana guidata da Pina D'Inverno per ricordare le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nel trentennale delle stragi di Capaci e via D'Amelio. Emozionatissima, nella sala dei busti Castel Capuano, la pm Rosa Volpe nel ricordare Falcone. «Ero uditrice al Csm, ho conosciuto il magistrato ucciso dalla mafia da discente e ancora conservo - ha detto Volpe rivolgendosi a Maria, sorella di Giovanni Falcone - una sua relazione sulle Problematiche della repressione della criminalità organizzata, quei fogli recano la data 5 novembre 1987». Parterre nutrito in sala, è mancato soltanto l'ideale passaggio di consegne tra l'uscente procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho con il subentrante Giovanni Melillo che non ha potuto partecipare per impegni sopraggiunti. Al tavolo tutto il gotha della magistratura e dell'avvocatura napoletana: il presidente della Corte d'Appello Giuseppe de Carolis, il procuratore generale Luigi Riello, la presidente del tribunale di Napoli Elisabetta Garzo, il presidente dell'ordine degli avvocati Antonio Tafuri e il segretario della Camera Penale Angelo Mastrocola. Tante le autorità presenti: dal questore Alessandro Giuliano (che la spietatezza della mafia l'ha conosciuta tristemente nella sua storia familiare) al prefetto Claudio Palomba ai vertici provinciali delle forze dell'ordine.

Assai creativa la formula ideata dagli organizzatori per garantire a tutti una minima presenza o ricordo al lungo convegno, con relatori saliti sul palco per presentare gli altri relatori al tavolo: relatori che presentano relatori. 

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Tutti gli occhi erano rivolti a Maria Falcone e alla sua toccante testimonianza. «Sono speranzosa - ha detto - che il flusso di denaro del Pnrr potrà finalmente, se sfruttato bene, dare la possibilità reale di creare quello sviluppo nel Sud che non c'è mai stato. Se ognuno di noi farà bene la propria parte non facendo finire questi soldi nelle mani dei mafiosi, finalmente potremo dire che questi 30 anni non sono passati invano». All'evento, collegato da Palermo, ha partecipato - con un intervento applauditissimo - anche Salvatore, il fratello di Paolo Borsellino. 

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