Professore ucciso a scuola a Melito, appello della preside: «Aiutiamo i ragazzi a credere nella legalità»

Professore ucciso a scuola a Melito, appello della preside: «Aiutiamo i ragazzi a credere nella legalità»
di Ferdinando Bocchetti e Giovanni Mauriello
Sabato 1 Ottobre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 20:48
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Una lettera indirizzata agli studenti, alle famiglie, ai docenti e al personale scolastico per ribadire a tutti che «bisogna avere il coraggio di credere nella legalità e aver fiducia nel lavoro delle istituzioni». È un accorato appello, quello di Marina Riccio, preside della Marino Guarano, la scuola in cui martedì scorso si è consumato l'efferato omicidio di Marcello Toscano, docente di sostegno ormai prossimo alla pensione ucciso - secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Marano - con sei coltellate dal collaboratore scolastico Giuseppe Porcelli, da due giorni detenuto nel carcere di Poggioreale. «Ci ritroviamo tutti - sottolinea la dirigente scolastica - ad affrontare sia il dolore per la perdita del nostro amato collega, il professore Marcello, che la preoccupazione per i nostri figli, per il nostro quartiere e il loro futuro. In questi momenti di precarietà è legittimo sentire vacillare le nostre certezze, ma non lasciamo che la violenza ci faccia perdere fiducia nelle istituzioni». Poi la promessa ai genitori: «Come preside - aggiunge - posso garantire che faremo in modo di migliorare i sistemi di vigilanza e sicurezza, ma so bene che non basteranno telecamere o allarmi a placare completamente i timori di noi tutti. La violenza, purtroppo, è una presenza dei nostri tempi ma non dobbiamo mai stancarci nel ribadire che è una strada da non percorrere». Da qui l'appello: «Voglio invitare tutti, la scuola, le famiglie, gli enti pubblici, la nostra comunità e il nostro quartiere, a lavorare insieme per creare una rete di valori sociali per far crescere i nostri ragazzi e insegnare loro e a noi adulti che l'unica strada possibile è quella della legalità e della condanna di ogni forma di violenza». 

La scuola di via delle Magnolie riaprirà lunedì: ad accogliere alunni e genitori sarà tutto il corpo docente. Con loro, all'ingresso del cancello, ci sarà anche il sindaco di Melito, Luciano Mottola, che intanto annuncia ulteriori provvedimenti per potenziare la vigilanza all'esterno di tutte le scuole del territorio. «Impiegheremo - spiega il primo cittadino - altri percettori del reddito di cittadinanza.

La prossima settimana, inoltre, organizzeremo una grande manifestazione, con tutte le scuole, per ribadire il nostro no a ogni forma di violenza e per chiedere maggiore attenzione da parte dello Stato per questo martoriato lembo di terra della provincia di Napoli». Di sicurezza si è parlato ieri anche in Consiglio comunale, che si è aperto con un minuto di raccoglimento in memoria di Toscano: il gruppo di Fratelli d'Italia si è impegnato a «portare in Parlamento» la questione Melito ed è stato sottoscritto un documento da sottoporre al prefetto in cui si chiede l'incremento delle forze dell'ordine. 

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È fissato per oggi l'interrogatorio di garanzia di Giuseppe Porcelli, il 54enne collaboratore scolastico accusato dell'omicidio di Marcello Toscano. L'uomo, difeso dal penalista Emanuele Caianiello, è da due giorni detenuto nel carcere di Poggioreale. Non ha confessato, ma contro di lui «sono emersi gravi indizi di colpevolezza», come sottolineano gli inquirenti della Procura Napoli nord, dopo perquisizioni personali e domiciliari, analisi di immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza e un lungo interrogatorio. Porcelli viene descritto come una persona «apparentemente mite, ma in realtà fredda e distaccata». Dal suo passato emergono molte ombre: l'uomo è stato condannato - con sentenza passata in giudicato - per violenze domestiche, che avrebbero causato la rottura con la sua prima moglie. Ha inoltre alcuni precedenti per reati contro il patrimonio. Il movente dell'omicidio resta ancora avvolto nel mistero, anche se da giorni circolano indiscrezioni non smentite dagli inquirenti. Rumors, ma non solo, che fanno riferimento a «interessi economici comuni» tra la vittima e il collaboratore scolastico. Prende sempre più corpo l'ipotesi che Toscano abbia prestato in passato soldi all'uomo che lo avrebbe poi ammazzato con sei fendenti (l'arma del delitto non è stata ancora ritrovata) tra il petto e l'addome. Non si esclude neanche la pista dell'interesse dei due per un affare immobiliare, probabilmente un'abitazione da acquistare o acquistata all'asta. 

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