Pronto soccorso chiusi, a Napoli due vite salvate in reparto

Il caso di un ventenne accoltellato e di una donna infartuata

Il Loreto Mare
Il Loreto Mare
di Ettore Mautone
Domenica 26 Febbraio 2023, 10:47 - Ultimo agg. 27 Febbraio, 07:20
4 Minuti di Lettura

Prima il Loreto, dove l'altro giorno è stata salvata una donna in arresto cardiaco vittima di un infarto, poi il San Giovanni Bosco, dove l'altro ieri notte i chirurghi non hanno esitato a intervenire su un ragazzo di 20 anni accoltellato. In due giorni due interventi salvavita in altrettanti ospedali che hanno la particolarità di avere reparti di emergenza chiusi per carenze di personale. Due pronto soccorso "di fatto" che hanno riaperto i battenti perché c'era da salvare la vita a persone in pericolo di vita.

«La prima considerazione da fare - avverte Lino Pietropaolo segretario regionale della Cisl medici - è che questi sono casi da codice rosso. Gli unici che, insieme a urgenze differibili col bollino giallo, dovrebbero arrivare in pronto soccorso. Tutto il resto che oggi affolla i reparti di prima linea è frutto di richieste che andrebbero soddisfatte in altre articolazioni della sanità pubblica territoriale. Se riuscissimo dunque a disciplinare adeguatamente questi percorsi non avremmo il Cardarelli in ginocchio, eviteremmo molte aggressioni e il personale frenerebbe le fughe verso altri lidi. Il secondo aspetto rimanda al fatto che, anche al netto di carenze di personale, in questi ospedali andrebbe garantito almeno un percorso di accesso in urgenza magari con un presidio di ambulanze del 118 rafforzato. Va tuttavia sottolineato - conclude Pietropaolo - che i colleghi del Loreto Mare e del San Giovanni sono preoccupati che l'utenza possa pensare che sia stato riaperto il Pronto soccorso nei due ospedali. È questo non è vero e potrebbe essere pericoloso perché non c'è personale per una routine assistenziale in sicurezza».



Le due storie sono insomma emblematiche di necessità assistenziali sorte sul campo, anzi in strada. Vale la pena raccontarle nei dettagli: alle 15,03 di venerdì la moto del 118 di via Chiatamone viene allertata per la presenza di una persona in perdita di coscienza a via Vespucci, nei pressi del bar "il Ciottolo". Una donna è accasciata nella sua autovettura. Alle 15,08 l'equipaggio è già sul posto e constata un arresto cardiaco, somministra ossigeno e decide di scortare l'auto con a bordo la paziente fino al vicino Loreto. Qui viene intubata e sottoposta alle manovre di rianimazione cardiopolmonare. Giunge l'ambulanza di piazza del Gesù che la trasferisce, viva, al pronto soccorso dell'ospedale del Mare. Il secondo caso è avvenuto l'altra notte al San Giovanni Bosco: attorno all'una arriva un'auto davanti ai cancelli dell'ospedale della Doganella dove è attivo un servizio di emergenza limitato alla sola Ginecologia. In macchina c'è un ragazzo di 20 anni accoltellato in una rissa a Secondigliano. È in pericolo di vita. Qui, nonostante l'inattività ormai perduri da oltre un anno, tutto il personale ha ancora nelle corde il lavoro di pronto soccorso. Accorre il chirurgo di guardia che non ci pensa due volte ad aprire la sala operatoria per operare in urgenza quel giovane che poi viene ricoverato in rianimazione. «I due episodi - avverte Manuel Ruggiero, medico curatore della pagina Facebook Nessuno Tocchi Ippocrate - mostrano quanto il ruolo di un medico sia votato a salvare vite a dispetto di chi invece ci aggredisce. I nostri complimenti vanno agli equipaggi del 118 ma soprattutto ai colleghi del Loreto Mare e del San Giovanni Bosco che non hanno esitato ad intervenire».

Intanto, nello sforzo della Asl di arricchire l'offerta sanitaria del San Giovanni Bosco e del Loreto - dove sono rientrati, nelle settimane scorse, dall'Ospedale del mare, rispettivamente, la Day Surgery e l'Ematologia - E al presidio della Doganella sta per riaprire i battenti la Psichiatria. «Un fatto positivo - sottolinea Ermanno Scognamiglio della Cimo-Fesmed - ma il Servizio psichiatrico di diagnosi e cura richiede per legge la presenza di un pronto soccorso.

I sindacati medici dovrebbero poter avere voce in capitolo sui rischi di gravi problemi di sicurezza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA