Lo psicologo come il medico di base, in Campania il primo servizio gratuito

Lo psicologo come il medico di base, in Campania il primo servizio gratuito
di Maria Pirro
Lunedì 13 Dicembre 2021, 17:05 - Ultimo agg. 14 Dicembre, 08:55
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Lo psicologo come il medico di base. Pronto a intercettare il disagio e a curare le malattie dell'anima. Non per forza una depressione maggiore o un disturbo bipolare. Il professionista può essere un riferimento nelle piccole e grandi difficoltà quotidiane, dalla perdita del lavoro alla separazione con il coniuge. Può essere d'aiuto, un aiuto concreto, per superare quei traumi che tutti, prima o poi, devono affrontare. «Per questo, la figura viene istituita in Campania, prima regione d'Italia a prevederla con la legge 35 del 3 agosto 2020 e con il via libera della Corte costituzionale appena arrivato: una sentenza storica oggi respinge il ricorso proposto dalla presidente del Consiglio dei ministri e finalmente consente di avviare il servizio gratuito», esulta il presidente campano dell’Ordine degli psicologi, Armando Cozzuto, che spiega nei dettagli tutte le novità.

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Come immagina il nuovo servizio di sostegno ai più fragili?
«Gli psicologi con le Asl avranno un contratto in convenzione, proprio come i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta: i tre professionisti lavoreranno in stretta sinergia per fornire assistenza, indistintamente, a tutti i pazienti.

Con continuità».

Significa che si potrà andare dallo psicologo in ambulatorio o al distretto sanitario senza limitazioni e senza pagare un euro?
«Sì, gratuitamente. In futuro, anche la formazione di questi professionisti sarà simile a quella dei medici di base, creando percorsi dedicati».

Chi ha più bisogno di assistenza psicologica?
«Bambini, adolescenti, anziani e persone con disabilità. Ma un po' tutti, in realtà, nelle varie fasi della vita».

Un aborto può essere un trauma difficile da elaborare. Come la fine di un amore o la perdita del lavoro. E, più ancora, un lutto. 
«Lo stesso può dirsi per la depressione post-partum, un disagio momentaneo che pure richiede sostegno perché non finisca per diventare una forma patologica. Ma penso anche a bimbi e adolescenti che vivono in sistemi familiari già di per sé complessi e devono essere seguiti. Farlo, vuol dire prevenzione e quindi risparmiare anche sui costi a carico del servizio sanitario nazionale, perché si evitano ricoveri impropri e corse al pronto soccorso dovute a stati di ansia e attichi di panico».

Perché questa figura manca a livello nazionale? 
«Se ne parla da quindici anni, ma nessuno ha mai dato seguito al proposito. Difatti, c'è una legge nazionale, prima firmataria Paola Boldrini (Pd), ferma in commissione Sanità al Senato». 

In attesa che il servizio regionale sia operativo, che tipo di attività sono accessibili?
«Adesso le Asl coprono il servizio su prescrizione del medico di famiglia e per cicli di terapia. Ma gli psicologi al lavoro nelle strutture pubbliche sono appena il 5 per cento degli iscritti all'Ordine: 5000 su 130mila. Addirittura il 3 per cento Campania. In pratica, non riescono a rispondere a tutte le richieste, peraltro aumentate con l'emergenza coronavirus».

Con il Covid, andare dallo psicologo non è più un tabù o lo è ancora?
«Quello di oggi è un altro passo in avanti per superare i pregiudizi, che si aggiunge alla consapevolezza dell'importanza di questo ruolo raggunta da altri professionisti come medici e pediatri. Sos arrivano anche da dirigenti scolastici che con l'associazione nazionale chiedono un sostegno negli istituti di ogni ordine e grado».

Ma i fondi bastano per dare risposta alle richieste di aiuto?
«La legge regionale ha già previsto un finanziamento di 1,2 milioni per il biennio di sperimentazione iniziale e un osservatorio per monitorare l'andamento delle attività».

Tempi d'intervento?
«Bisogna attendere la formazione degli elenchi provinciali di psicologi per la gestione degli incarichi in convenzione. Tra tre mesi, il servizio potrebbe diventare operativo».

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