La morte di Pupetta Maresca, prima «camorrista»: dall'omicidio a miss e commerciante

La morte di Pupetta Maresca, prima «camorrista»: dall'omicidio a miss e commerciante
di Fiorangela d'Amora
Giovedì 30 Dicembre 2021, 13:42 - Ultimo agg. 31 Dicembre, 10:25
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«Il 4 ottobre 1955, davanti al bar Grandone in corso Novara, Napoli. Una 1100 nera si fermò, ne uscì una donna velata di nero, si diresse verso Antonio Esposito detto Totonno e Pomigliano. Don Antò, favorite un momento, vi debbo parlare. La donna sparò, rimise la pistola nella borsetta, risalì in auto e andò via lasciando il cadavere dell'uomo in una pozza di sangue». Così raccontano le cronache di allora l'omicidio del boss che aveva fatto ammazzare Pascalone e Nola, il marito di Pupetta Maresca che lei vendicò quando aveva solo 20 anni. Ieri quella giovane, diventata anziana, è morta: Assunta Maresca, detta Pupetta, si è spenta all'età di 85 anni nella sua abitazione di Castellammare di Stabia.

Conosciuta semplicemente con l'appellativo di «Pupetta», o come «lady camorra» per il suo passato prima da moglie di un boss, poi da killer per vendicare l'uccisione di suo marito, ma divenuta anche attrice e cantante, ammirata per la sua bellezza e la sua voce.

Malata da tempo, ieri pomeriggio un'ambulanza si è diretta nella sua abitazione ma il mezzo di soccorso è tornato in ospedale senza di lei. I medici avevano trovato la donna già in fin di vita, sconfitta da un male incurabile. Negli ultimi anni Pupetta era tornata a far parlare di sè per le interviste rilasciate dopo la fiction di Canale 5 sulla sua vita. «Pupetta, il coraggio, la passione» era interpretata da Manuela Arcuri.

«La storia di una donna che si è ribellata alla camorra», così fu presentata in tv aprendo la polemica su chi fosse davvero Pupetta, definita su internet come una «criminale italiana» per aver ucciso, nel 1955, il mandante dell'omicidio del marito, Pascalone e Nola, avvenuto quando lei, diciassettenne, era in attesa di un bambino. Più tardi si lega a un altro boss, Umberto Ammaturo, e sfida apertamente il capo della Nco, Cutolo. In tv non c'era nulla di tutto questo, solo una soap ambientata in una Napoli finta e oleografica in cui Pupetta appare come una vittima di una società e di una famiglia che relega le donne a un ruolo secondario e passivo. Ma lei non si scandalizzò, anzi a pochi giorni dall'uscita di Gomorra disse: «Gomorra è diseducativa per i bambini. Ho visto una puntata, ma di fronte a certe scene anche io ho spento la tv».

Giovanissima miss stabiese, negli anni 50 la sua bellezza conquistò il guappo Pasquale Simonetti, alias «Pascalone e Nola». Il loro matrimonio celebrato il 27 aprile 1955 durò quattro mesi, perché Simonetti fu ucciso in un agguato a Ferragosto. Qualche tempo dopo, armata, la giovanissima vedova incinta al sesto mese andò a cercare il mandante di quell'omicidio, il loro testimone di nozze Antonio Esposito detto «Totonno e Pomigliano», e lo uccise. Una vendetta che le costò l'arresto e la condanna a 13 anni di carcere per omicidio, con l'attenuante per la provocazione. Dopo una decina d'anni fu graziata e scarcerata, ma nel frattempo aveva partorito in cella il figlio Pasqualino, poi ucciso negli anni 70. Proprio nel 1970 ebbe una relazione con il narcotrafficante della camorra Umberto Ammaturo, dal quale ha avuto due gemelli. Nel frattempo, era il 1967, Pupetta era stata la protagonista del film «Delitto a Posillipo», durante il quale recitava e cantava «'O bbene mio», una canzone scritta da lei.

Dopo anni da commerciante di abbigliamento, ha chiuso i negozi a Napoli e a Castellammare: era in pensione e viveva nella sua città d'origine, in un appartamento del centro. Nel 2000 le sottrassero ventuno miliardi vinti al Superenalotto. Nel 2013 dopo la fiction di Canale 5 «erano pronte altre quattro puntate - raccontò - ma ho rifiutato la proposta di Sky, dopo aver visto Gomorra. Ho visto scene orribili, che purtroppo hanno visto anche tanti bambini. Per loro non è affatto educativa quella fiction, eppure per Carnevale ho visto tanti bambini travestiti da quei personaggi. Però so bene che la serie è andata avanti e ne stanno già preparando un'altra». Insomma l'anziana Pupetta rinnegava il mondo criminale e nel 2019 durante il processo al re del latte Adolfo Greco furono lette in aula sue parole scritte proprio all'imprenditore stabiese. «I pentiti mi hanno rovinato, dai un posto a mio figlio».
 

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