Puzone ricoverato in clinica: «Voglio guarire, aspetto gli ex compagni del Napoli»

A sinistra Pietro Puzone oggi, a destra Puzone abbraccia Maradona durante l'amichevole ad Acerra
A sinistra Pietro Puzone oggi, a destra Puzone abbraccia Maradona durante l'amichevole ad Acerra
di Gennaro Morra
Venerdì 26 Giugno 2020, 22:52
3 Minuti di Lettura

Pietro Puzone da un paio di giorni è ricoverato in una clinica della sua Acerra ed è determinato a uscire dal tunnel della dipendenza in cui è finito da un po’ di tempo. Così, dopo l’allarme lanciato qualche giorno fa dalla trasmissione in onda su Radio Marte, La Radiazza, che ha raccontato il declino umano dell’ex ragazzino del primo Napoli scudettato, qualcosa si è mosso e adesso Pietro non vaga più per le strade della cittadina a nord di Napoli. E il ritrovato interesse nei suoi confronti da parte di addetti ai lavori e appassionati di calcio probabilmente ha aiutato amici e parenti a convincere il 57enne a farsi aiutare.

 LEGGI ANCHE Puzone, campione d'Italia col Napoli: «Aiutiamolo, è diventato clochard»
 
«Ho sentito la vostra intervista a Bruscolotti, ieri, e ho pensato che sarebbe bellissimo rincontrarlo, perché lui mi ha cresciuto sin da quand’ero nelle giovanili e poi quando sono entrato in prima squadra – ha dichiarato Puzone al conduttore de La Radiazza, Gianni Simioli, che ha raggiunto telefonicamente l’ex calciatore di Napoli, Catania, Spezia e Ischiaisolaverde –. Io qui sto bene e voglio recuperare, ma se sono finito in questa situazione è solo colpa mia: fuori dal calcio ho frequentato amicizie sbagliate e mi sono fatto trascinare, perché sono troppo ingenuo. Ma ora devo cacciare fuori un po’ di cazzimma».
 
Nato ad Acerra il primo febbraio 1963, Pietro Puzone esordisce in Serie A con la maglia del Napoli il 7 marzo 1982: quel giorno gli azzurri pareggiano 2-2 al San Paolo contro il Cesena. Poi per due stagioni viene ceduto in prestito per tornare alla base proprio nella stagione 84-85, la prima di Diego Armando Maradona con la maglia dei partenopei. I due ragazzi legano molto, ma la stagione successiva l’ala destra viene mandata a giocare a Catania, sempre con la formula del prestito. Con gli etnei disputa un buon campionato di B e la dirigenza azzurra si convince che può essere utile tenere il ragazzino nella rosa 86-87, quella che si laureerà Campione d’Italia e che conquisterà anche la Coppa Italia. Nel corso di quella stagione Pietro non vedrà mai il campo, ma nelle dichiarazioni seguite la vittoria dello scudetto Maradona ha modo di affermare che su quel trofeo c’è anche la firma del suo amico Puzone.
 
Di quel Napoli il Pibe de oro è anche capitano. E la fascia l’ha ereditata da Beppe Bruscolotti, che nello spogliatoio rimane un punto di riferimento, soprattutto per i più giovani: «Pietro l’ho visto crescere, è una mia creatura e mi è dispiaciuto tantissimo sapere che sta in questa brutta situazione – ha detto l’ex difensore, anche lui interpellato da La Radiazza il giorno prima –. Purtroppo, nella vita si fanno degli errori, può capitare a tutti di fare scelte sbagliate, e Pietro ha avuto delle frequentazioni che l’hanno danneggiato». Poi, la giornalista Serena Li Calzi, che affianca Simioli nella conduzione del programma, aveva chiesto a Bruscolotti un ricordo di Puzone giovane promessa del Napoli Calcio: «Pietro era un ragazzo molto rispettoso e, quando aveva dei comportamenti poco consoni ed ero costretto a rimproverarlo, lui allargava le braccia e mi abbracciava». Infine, i due conduttori avevano strappato una promessa al glorioso condottiero azzurro: «Nel momento del bisogno gli amici devono venir fuori, perciò presto vedremo di creare l’occasione per andare a trovare Pietro, magari con un gruppo di ex compagni di squadra».

© RIPRODUZIONE RISERVATA