Quartieri Spagnoli, corsa contro il tempo per salvare la colonia felina: «Vogliono sfrattarli, siamo disperati»

Quartieri Spagnoli, corsa contro il tempo per salvare la colonia felina: «Vogliono sfrattarli, siamo disperati»
di Antonio Folle
Venerdì 2 Settembre 2022, 18:24
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L'ex mercato coperto di Sant'Anna di Palazzo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, sarà finalmente oggetto di lavori di riqualificazione. Il soggetto privato che da circa due anni ha ricevuto in fitto la struttura di proprietà del Comune di Napoli il prossimo 10 settembre darà via ai lavori di trasformazione dell'edificio fatiscente in un polo culturale-sociale ed enogastronomico che avrà come "cuore" le eccellenze della città di Napoli. Sicuramente una buona notizia, ma non per tutti. All'interno dell'edificio, infatti, fin dal 2018 vive una colonia felina ufficialmente riconosciuta dal Comune di Napoli. Con l'avvio dei lavori gli animali - anche quelli nati e cresciuti all'interno della struttura - hanno ricevuto una sorta di "sfratto esecutivo" e dovranno così essere spostati altrove. Un vero e proprio dramma per i volontari che si prendono cura dei gatti con amore e passione e che, adesso, non sanno più dove sbattere la testa. 

 

Dopo l'annuncio di avvio dei lavori, infatti, più volte i volontari hanno tentato di mettersi in contatto con il Comune di Napoli per chiedere il rispetto della legge che impone ai Comuni di tutelare la salute dei gatti di strada.

La legge regionale 16 del 2002 stabilisce che le istituzioni - in questo caso palazzo San Giacomo che, insieme all'Asl, nel 2018 ha ufficialmente riconosciuto la presenza della colonia e l'ha affidata ai volontari - sono tenute a tutelare la salute degli animali ed inoltre vieta espressamente il trasferimento delle colonie feline dai loro luoghi di origine. Difficile comprendere, allo stato attuale, come sia possibile coniugare le esigenze dei soggetti privati che hanno regolarmente in fitto la struttura - e per la quale hanno già investito somme considerevoli - e la legge che tutela il diritto degli animali a vivere nel luogo dove sono nati.

In realtà un piccolo passo avanti lo hanno fatto proprio i volontari. Marisa Cosentino ha spiegato di aver proposto al Comune di trasferire la colonia - ad oggi restano circa 10 animali - nel vicino parco dell'ex ospedale miltare. Una soluzione "di comodo" che, appunto, farebbe comodo a tutti. Dal Comune ai privati, passando per i legittimi interessi della colonia felina tutelata, tra l'altro, dalla Legge Quadro in materia di animali d'affezione e prevenzione del randagismo datata 14 agosto 1991. Secondo la legge i gatti senza padrone possono occupare luoghi pubblici e privati, non possono essere catturati, malmenati e, tantomeno, uccisi. Una bella gatta da pelare - è proprio il caso di dirlo - per il Comune che, tra l'altro, si sta dimostrando sordo agli appelli dei volontari che si stanno battendo per la salvezza degli animali.

«Questa colonia - ha spiegato Marisa Cosentino - nasce nel 2018. Mi stavo recando al lavoro e vidi le miserevoli condizioni in cui vivevano questi animali, abbandonati da tutti e spesso anche maltrattati dai passanti. Mi recai all'Asl di riferimento e avviai la pratica per il riconoscimento della colonia felina e per l'affidamento. Da allora mi prendo cura ogni giorno dei gatti che, oggi, non sono più di otto a causa di trasferimenti spontanei e adozioni da parte di privati che si sono succedute negli anni. Messi con le spalle al muro di fronte alla prospettiva di non poter più garantire l'incolumità di questi gatti - continua la volontaria - abbiamo chiesto al Comune di spostare la colonia nel grande parco dell'ex ospedale militare, una struttura di grandi dimensioni all'interno della quale, tra l'altro, vive già una piccolissima colonia felina. In tutto questo tempo dobbiamo constatare che non solo il Comune non ci ha mai risposto direttamente, ma che sembra ignorare completamente il problema che sussiste sia dal punto di vista etico che dal punto di vista strettamente legale. Stanno commettendo un abuso ai danni di animali indifesi e l'atteggiamento che stanno dimostrando è tipico di chi o ha sottovalutato il problema o, peggio, ignora le leggi che esistono a tutela degli animali».

Pochissime ore fa, però, è arrivata una vera e propria doccia gelata per le speranze dei volontari e dei gatti che, ora, rischiano di restare in balia degli eventi. Gli uffici del Demanio, competenti per quanto riguarda gli spazi dell'ex ospedale militare, hanno negato l'assenso al trasferimento della colonia -  gli otto gatti adulti sono tutti già sterilizzati, sarebbe così escluso l'eventuale problema di un boom demografico -, chiudendo di fatto le porte all'unica soluzione di compromesso che sembrava essere praticabile. Non sono state spiegate le motivazioni del rifiuto da parte del Demanio, ma ora, con l'avvicinarsi della scadenza fissata per l'installazione dei ponteggi e l'avvio dei lavori, la faccenda comincia ad assumere toni preoccupanti. Nemmeno la soluzione dell'affido sembra essere praticabile. Si tratta, infatti, di animali già adulti e poco abituati al contatto umano. Difficili da "piazzare" nel giro degli affidamenti ai cittadini di buon cuore che vogliano adottarli. 

E, in ogni caso, torna con prepotenza il problema legato agli aspetti legali della faccenda. A termini di legge, infatti, i lavori non possono cominciare se prima non si trova una soluzione per la sistemazione degli animali. E in una zona densamente urbanizzata come i Quartieri Spagnoli sembra essere difficile, per non dire impossibile, trovare una alternativa al parco dell'ex ospedale militare. 

«La disavventura che sta vivendo la colonia felina nell’area di Sant’Anna di Palazzo ai Quartieri Spagnoli - afferma Patrizia Bussola del Comitato Diritti Essenziali - è in contrasto con la legge 281/91 che ricorda come i gatti randagi siano esseri viventi titolari di diritti quali la “vita” e la “cura”. L’accudimento di una colonia felina è un diritto sancito anche dalle varie Leggi Regionali e la mancata tutela dei gatti integra gli estremi del reato di maltrattamento previsto e punito dall’art. 544 ter del Codice Penale. Come comitato - continua Patrizia Bussola - ci siamo già attivati per sensibilizzare Istituzioni e cittadini affinché si trovi una soluzione adatta a garantire la sopravvivenza e la tutela della colonia. In tal senso abbiamo anche realizzato delle cartoline da inviare ad associazioni e politici, visto che il tema animalista sembra entrato a far parte dei programmi elettorali di molti partiti».

E adesso resterà da capire se l'interesse animalista mostrato da molti esponenti della politica locale esponenti di questo o di quel partito sia da ritenere reale o semplice interesse di facciata legato a finalità meramente elettorali. A questo punto solo un deciso intervento da parte del Comune di Napoli - il sindaco Manfredi detiene attualmente la delega alla tutela degli animali - potrà "sbrogliare" una matassa che rischia di trasformarsi in una vera e propria battaglia legale. Una battaglia giocata, è bene sempre sottolinearlo, con la vita di animali che oggi vivono ignari della sorte che gli toccherà tra pochi giorni. 

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