Quartieri spagnoli, raid e vendette a Napoli tra gruppi di giovanissimi: «Commando sgominato»

Quattro in cella, sono gli eredi del gruppo Masiello

Carabinieri ai Quartieri Spagnoli
Carabinieri ai Quartieri Spagnoli
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 26 Gennaio 2023, 23:59 - Ultimo agg. 27 Gennaio, 17:02
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Tutto comincia dopo una rapina commessa ai danni della persona “sbagliata”. Il furto e il danneggiamento di un ciclomotre, avvenuto ai Quartieri spagnoli, innesca una serie di ritorsioni e agguati tra due gruppi di giovani della zona. Azioni culminate poi addirittura in due tentati omicidi.

Al termine di un’indagine coordinata dalla Procura distrettuale antimafia, ieri il giudice per le indagini preliminari Anna Imparato ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, ora accusate di concorso in tentato omicidio, detenzione e porto abusivo di arma, lesioni personali, reati aggravati dal metodo mafioso.

Un feroce botta e risposta, tutto per l’affronto del furto di uno scooter. Logiche perverse di una camorra nera, che coinvolge sempre più anche giovanissimi. I destinatari delle misure sono Mario Giarnieri, Ciro Marrazzo, Nicola e Ciro Minieri. Indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale guidato dal generale Enrico Scandone.

Protagonisti della “faida” quattro giovani - tutti di età compresa tra i 22 e i 25 anni - appartenenti a gruppo malavitosi rivali; tentarono di uccidersi in due diversi raid: il primo aveva come obiettivo Nicola Minieri, 22 anni, ferito a colpi d’arma da fuoco proprio per avere danneggiato una moto. 

A passare all’azione sarebbero stati Ciro Marrazzo, 23 anni, proprietario del motociclo e mandante dell’agguato, e il complice Mario Giarnieri, 25 anni, ritenuto l’esecutore materiale del tentato omicidio. Del secondo agguato, una vera e propria vendetta, ai danni di Antonio Giarnieri (fratello di Mario e soprattutto estraneo a contesti criminali) sono invece accusati i fratelli Nicola e Ciro Minieri, 22 e 23 anni, il primo nella veste di mandante e il secondo in quella di esecutore materiale.

Un’inchiesta, scrive il gip, «che concerne due gravi, distinti episodi di sangue, tra loro “collegati”: il ferimento di Minieri Nicola, avvenuto alle ore 2.20 circa del 29 novembre 2019 ad opera, secondo la prospettazione accusatoria, di Marrazzo Ciro e Giarnieri Mario, il primo quale mandante ed il secondo quale esecutore materiale cui seguiva, a distanza di poche ore, verso le ore 8.00, il tentato omicidio di Giarnieri Antonio (estraneo agli ambienti della criminalità organizzata, ferito unicamente in quanto fratello di Mario), ad opera di Minieri Nicola e di suo fratello Ciro, rispettivamente quali mandante ed esecutore materiale». Uno degli episodi si verificò nella zona dei Quartieri, all’interno del bar “Sommella” dove la vittima, al momento, stava lavorando dietro al bancone.
Ciro e Nicola Minieri, stando alle indagini dei carabinieri, vengono ritenuti vicini ritenuti contigui al gruppo camorristico denominato Masiello.

Da brividi la ricostruzione del tentativo di vendetta trasversale ordito ai danni di Antonio Gianieri, incensurato fratello di Mario: «Fatevelo (uccidetelo, ndr) all’interno del bar, dove lavora di mattina», questo l’ordine impartito dal mandante ai sicari. «Ormai siamo dentro a questo casino - altre parole intercettate a mandanti ed esecutori materiali di quel tentato omicidio - e dobbiamo vedere come uscirne.

Costi quel che costi».

Tutta colpa di un ciclomotore. Vicenda che simboleggia che cosa sia la criminalità organizzata a Napoli, e quali assurdi scenari da essa possano scaturire.
 

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