Racket nel cantiere Unesco a Napoli, arrestato l'emissario del clan

Racket nel cantiere Unesco a Napoli, arrestato l'emissario del clan
Lunedì 13 Maggio 2019, 12:46 - Ultimo agg. 14 Maggio, 07:14
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Le minacce furono esplicite sin dalla prima volta: «Chiudete il cantiere e venite a parlare con gli amici della Maddalena altrimenti vi spariamo uno ad uno». Racket, quello imposto al titolare della ditta Spinosa spa, con sede a Isernia, impegnata nel restyling di Porta Capuana, a Napoli - i lavori rientrano nell'ambito del Grande Progetto Unesco per il recupero di uno degli storici varchi d'ingresso alla città - che venerdì scorso determinò la chiusura del cantiere. Oggi i lavori sono ripresi. Ed è scattato anche un arresto: in manette l'estorsore del clan della Maddalena.

È iniziato tutto lo scorso 7 maggio. Fu allora che Antonio D'Andrea, 47 anni, pregiudicato con precedenti specifici per estorsione, si presentò al cantiere e rivolse le minacce a uno degli operai. Il giorno dopo ritornò: stesse minacce, stessa richiesta: stop dei lavori almeno fino a quando non avessero parlato con «gli amici della Maddalena», vale a dire componenti del clan radicato nel rione in questione. Da qui le denunce del titolare delle imprese, la decisione di chiudere il cantiere ma anche l'avvio delle indagini degli agenti della Squadra Mobile e del commissariato Vicaria-Mercato. Determinanti i filmati degli impianti di videosorveglianza che hanno incastrato il mezzo, uno scooter SH, a bordo del quale D'Andrea si era presentato due volte al cantiere.
 

 

​Oggi, dopo che il titolare della ditta, nei giorni scorsi, ha ricevuto il sostegno dal sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il cantiere è stato riaperto. Poca voglia di parlare da parte dei lavatori: «Siamo tranquilli, siamo a lavoro», l'unico commento tra i presenti. «Qui se il cantiere non fosse stato riaperto si sarebbe fermato tutto, visto che la zona è morta», dice la titolare di un bar nella zona da diverse generazioni. Il racket? «Fatto in maniera così plateale è qualcosa che appartiene al passato. Ora girano bande di giovani criminali che provano a fare la scalata. E così hanno minacciato quelli del cantiere, magari gli andava bene altrimenti non hanno niente da perdere», la sua ipotesi prima di sapere la notizia dell'arresto.

E c'è chi non è affatto ottimista: «Il racket c'è eccome, si fermano qui e cominciano un'altra storia in un altro posto», dice un anziano.
 



​Nel corso dell'incontro con il sindaco, il titolare della ditta testimoniò «tutto il suo amore per la città chiedendo solo di poter continuare a lavorare, lui e i suoi operai, in sicurezza». «In sei ore ha smontato il cantiere e in sei ore lo rimonterà», raccontò de Magistris. Oggi l'impegno è stato mantenuto, e il sindaco ringrazia l'azienda per questo «segnale bellissimo»: «La città ha vinto su qualche criminale - è il giudizio del primo cittadino - e il bene sta avanzando molto nella nostra città».

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