Raffaele Cutolo, corsa al contratto per girare nuovi film sul boss: tra le star c'è Johnny Depp

Raffaele Cutolo, corsa al contratto per girare nuovi film sul boss: tra le star c'è Johnny Depp
di Leandro Del Gaudio
Domenica 20 Febbraio 2022, 22:52 - Ultimo agg. 22 Febbraio, 08:02
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Non c’è stato l’oblio sulla sua figura, sulla sua storia nera, sulla trama di contatti che lo hanno reso per molti versi un unicum nel panorama criminale italiano. Non c’è stato il silenzio, né ci sarà la “damnatio” del nome, come in tanti auspicavano dopo tanto sangue e dolore. No, su Raffaele Cutolo i riflettori restano accesi e non parliamo solo di indagini o sequel investigativi su fatti che hanno scandito la storia oscura della Campania e di un pezzo di storia criminale sull’asse tra Napoli e Roma. Parliamo anche e soprattutto dell’appeal mediatico che ruota attorno al fondatore della Nco, l’origine del male radicale che dalla fine degli anni Settanta (e con il terremoto del 1980) ha provocato lutti insanabili e impedito lo sviluppo di una parte del Paese. È così che dopo la messa in suffragio all’”anima benedetta”, nella sua Ottaviano, c’è anche una rinnovata attenzione cinematografica sul fondatore della Nuova camorra organizzata. È notizia di queste ore, infatti, che ci sono almeno quattro produzioni intenzionate a rilanciare l’attenzione sul personaggio che ha allestito un welfare criminale nelle celle di mezza Italia, che ha saccheggiato il sistema di appalti post sisma e che ha trasformato il capoluogo napoletano in una sorta di mattatoio a cielo aperto. Progetti, contratti, tentativi di riduzione cinematografica che passano in queste ore da Ottaviano. 

Stando a quanto appreso dal Mattino, c’è la volontà da parte di un’importante piattaforma internazionale di produrre un film su Cutolo, di collocare su una ribalta planetaria la storia di don Raffaè. E, a recitare nel film made in Usa, ci sarebbe addirittura Johnny Depp, star americana che ha offerto sguardo magnetico per decine di film apprezzati nel mondo. Difficile capire, allo stato del progetto, se parliamo di una semplice suggestione o se l’ex pirata dei Caraibi abbia già formalizzato la propria adesione al soggetto Cutolo e agli altri personaggi della trama vesuviana. Di sicuro, il progetto è molto di più di una idea. C’è un accordo stabilito con la famiglia del boss deceduto un anno fa, c’è un contratto, come ci viene confermato da fonti vicine alla famiglia dell’ex ergastolano.

 

Quasi quaranta anni dopo il Camorrista di Tornatore, Cutolo su grande schermo o sulle piattaforme televisive? Non bastano gli americani. A voler “girare” un film su Cutolo o legato alle vicende del boss, ci sono anche case di produzioni italiane. Ci sarebbe il progetto italiano (si parla con insistenza di un soggetto di De Cataldo, che potrebbe vedere in campo come regista Michele Placido); mentre non sta a guardare la Rai, che ha manifestato il proprio interesse sul mondo in cui il fondatore della Nco ha avuto modo di allestire la propria macchina da guerra. A cosa facciamo riferimento? Stando a quanto emerso finora, il progetto Rai riguarda la permanenza ultradecennale di Cutolo nelle carceri, il suo ruolo di sindacalista dei diseredati a Poggioreale, il suo potere “ministeriale” ad Ascoli Piceno, con la trattativa che portò al dissequestro di Cirillo nel 1981, fino all’intervento dell’allora capo dello Stato Pertini di imporre il suo trasferimento - in isolamento vero - nel supercarcere dell’Asinara. Ma non è finita. Su Cutolo, ci sarebbero altre produzioni, come quella che nasce dal romanzo pubblicato alla fine dello scorso anno dal magistrato Catello Maresca (oggi giudice di Corte di Appello e consigliere comunale di opposizione a Napoli), che ha un titolo fin troppo chiaro: Nco, le radici del Male (edito dalla casa editrice napoletana Rogiosi).

Anche in questo caso, è noto che c’è qualcosa in più di un progetto allo stato iniziale, ma la volontà di tradurre in almeno otto puntate l’evoluzione del fenomeno criminale nato con Cutolo: dal giuramento di Palillo (siamo in carcere a Poggioreale, anni Settanta) al sequestro Cirillo, in uno scenario che si intreccia con i casalesi, con l’emergenza rifiuti, il ruolo deviato dei servizi segreti e l’attuale emergenza sanitaria. 

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Intanto, sul caso della messa in suffragio per il boss vesuviano, con tanto di manifesti “all’anima beata” Raffaele Cutolo, interviene don Maurizio Patriciello, che prende le difese del parroco di Ottaviano: «La camorra non la si sconfigge criticando i parroci o i manifesti. Nei luoghi di camorra ci siamo noi, e siamo lasciati soli. Gli eroi dell’ultima ora, pronti solo a criticare, lascino che la Chiesa faccia la Chiesa, la magistratura faccia la magistratura, o il poliziotto faccia il poliziotto. Non è stato fatto alcun panegirico, ma il parroco ha invitato tutti a convertirsi al Vangelo. Andrò ad Ottaviano, sono solidale con il parroco».

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