Boss dei narcos detenuto a Dubai, schiaffo degli Emirati: «Niente estradizione»

Boss dei narcos detenuto a Dubai, schiaffo degli Emirati: «Niente estradizione»
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 12 Gennaio 2022, 23:53 - Ultimo agg. 13 Gennaio, 20:12
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Non lo vogliono trasferire in Italia. Hanno detto di no alla richiesta di estradizione avanzata dall’autorità giudiziaria italiana, con un provvedimento che è al momento privo di motivazioni, ma che rappresenta - di sicuro - il primo step di una battaglia legale che si gioca da un continente all’altro. Pochi giorni fa, gli Emirati Arabi hanno respinto la richiesta di estradizione avanzata dalla Procura di Napoli, dunque dal ministero della giustizia italiana, in merito alla detenzione a Dubai di Raffaele Imperiale. Non un cittadino qualunque, ma un contribuente apprezzato da anni nella capitale degli Emirati arabi.

Primo stop dunque al tentativo di riportare in Italia un personaggio ritenuto centrale nei traffici internazionali di stupefacenti, sull’asse che collega Napoli ad Amsterdam e a Dubai, ma anche agli scali del centro e del Sud America. Pochi giorni fa, dunque, la comunicazione formale, che rende in salita lo sforzo compiuto dalla giustizia italiana in questi anni di portare in carcere il presunto regista di traffici di droga e di ingenti movimentazioni di denaro sporco. Un personaggio conteso e controverso, Raffaele Imperiale: condannato per traffico di cocaina, è stato qualche mese fa raggiunto da una seconda misura cautelare - sempre su richiesta della Dda di Napoli - che punta ad attualizzare il suo ruolo nello scacchiere del narcotraffico europeo, quindi anche napoletano.

Finito in cella la scorsa estate, Imperiale dunque non torna in Italia, almeno per il momento, rimanendo puntualmente al centro di una sorta di braccio di ferro tra Autorità giudiziarie italiane e emiratine. Non è la prima volta che il suo nome si impone nella galassia di spacciatori dediti al riciclaggio di denaro sporco. 

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Ricordate cosa accadde sette anni fa, in un appartamento dell’area stabiese? Vennero trovate grazie a un blitz della Finanza le due tele di Van Gogh che erano state trafugate venti anni fa dal museo di Amsterdam. Da allora è iniziata una caccia all’uomo scandita da non pochi colpi di scena: come la cattura del finto Imperiale, anno 2018, con le manette a un cittadino napoletano proveniente da Panama, arrestato a Dubai per errore; o come l’arresto farsa dei complici di Imperiale, rilasciati dopo pochi giorni, sempre grazie a strane ingerenze diplomatiche. Poi, la scorsa estate il blitz delle autorità locali, con le manette ai polsi del presunto broker della droga. Un risultato eccellente, salutato in modo favorevole a Napoli come ad Amsterdam, ma che - con il passare sei mesi - rischia di rimanere un esito fine a se stesso. Da sei mesi, infatti il ministero ha inoltrato una richiesta di estradizione di Imperiale per due ordinanze cautelari: una legata alla sentenza che lo vede condannato per fatti di droga; l’altra è invece legata a un ordine di arresto più recente, che ricostruisce e riconduce (almeno allo stato degli atti) la condotta di Imperiale a un periodo più recente, alla luce di quanto emerso dalle indagini della Mobile di Napoli. 

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Vicenda che vede coinvolto anche il suo presunto socio Mario Cerrone (difeso dal penalista Massimo Caiano), in un procedimento che ha incassato conferme anche in sede di Riesame. Inchiesta condotta dai pm Maurizio De Marco e Vincenzo Marra, il nome del presunto broker stabiese va ricondotto a scenari criminali radicati in Belgio e in Olanda, con il legame (in alcuni casi rafforzato anche da parentele acquisite) con soggetti vicini alla cosiddetta “mocro maffia” (indicata come responsabile di quaranta omicidi nel giro di pochi anni). Difeso dal penalista Maurizio Frizzi, Imperiale oggi incassa un primo esito dell’estradizione, potendo rimanere al caldo del sole mediorientale, in attesa che si concluda il braccio di ferro tra Italia e Emirati, sulla possibilità di riportare a Napoli il presunto dominus delle rotte di cocaina. 

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