Giulia asfissiata sulla barca a Castellammare, giallo sulle cause del rogo: morta prima dell'incendio?

Giulia asfissiata sulla barca a Castellammare, giallo sulle cause del rogo: morta prima dell'incendio?
di Dario Sautto
Lunedì 30 Agosto 2021, 23:51 - Ultimo agg. 31 Agosto, 15:40
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La barca prende fuoco nel cuore della notte e lei muore asfissiata dalle esalazioni mentre dorme, ma ad alimentare il giallo restano ancora troppi dubbi sulle cause del rogo. Giulia Maccaroni, 29enne di San Vito Romano (Roma), aveva lavorato fino a domenica come hostess a bordo di una barca a vela di 22 metri battente bandiera inglese. Per tutto il mese di agosto, era stata in viaggio sulla barca «Morgane» insieme ai turisti che di settimana in settimana si erano alternati a bordo. Gli ultimi otto erano sbarcati proprio domenica, quando la barca a vela aveva fatto ritorno nel porto turistico di Castellammare di Stabia, dopo una trasferta in Sicilia. Stanca dopo la lunga navigazione – raccontano alcuni testimoni – Giulia «aveva bisogno di riposare», così aveva chiesto di poter dormire ancora una notte a bordo dell’imbarcazione ormeggiata a Marina di Stabia, per poi mettersi in viaggio l’indomani mattina per far ritorno a casa dalla mamma. Nel cuore della notte, però, il tragico destino è andato incontro alla 29enne. La barca a vela ha improvvisamente preso fuoco dall’interno. Le fiamme hanno impiegato forse un’ora per sprigionarsi ed essere notate dal personale del porto turistico stabiese. A quel punto sono iniziate le operazioni di spegnimento, mentre la vigilanza ha richiamato tutto il personale di banchina – in parte a casa a dormire – per mettere in sicurezza le altre barche ormeggiate. Al loro arrivo, i vigili del fuoco hanno spento le fiamme residue ed effettuato un sopralluogo interno alla barca: purtroppo hanno ritrovato il corpo senza vita di Giulia Maccaroni nella sua cabina. 

La ragazza ormai non respirava più, era morta probabilmente a causa delle esalazioni dell’incendio. Nessun bocchettone era aperto, per questo il fumo aveva invaso completamente gli spazi sottocoperta, trasformandosi in una camera a gas. Inutile l’arrivo dei soccorsi sul posto: i medici hanno potuto solo constatare il decesso della ragazza originaria della provincia di Roma. Per avviare le indagini sull’accaduto sono giunti i militari della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia che, agli ordini del comandante Achille Selleri, hanno effettuato i primi rilievi, ascoltato i testimoni e recuperato tutta la documentazione della barca. La pista principale porta ad una tragica fatalità, ma restano molti dubbi al vaglio degli inquirenti. 

Innanzitutto c’è da stabilire se il rogo sia scoppiato a causa di un corto circuito di qualche strumento presente all’interno, per una sigaretta rimasta accesa, oppure per altri motivi. Al momento non è ancora escluso che possa trattarsi di un incendio doloso, anche se dai filmati della videosorveglianza interna non sembra avvicinarsi nessuno alla barca, mentre le fiamme si sprigionano intorno alle 4 della notte direttamente dall’interno. Su indicazione della pm Giuliana Moccia, la salma resta a disposizione della Procura di Torre Annunziata presso l’obitorio di Castellammare, in attesa dell’autopsia che sarà fissata nelle prossime ore. L’inchiesta aperta dalla Procura guidata dal procuratore Nunzio Fragliasso mira innanzitutto ad escludere le piste più inquietanti, che saranno scartate solo grazie all’esame autoptico. 

Bisogna capire se Giulia fosse già morta quando è scoppiato l’incendio, oppure se davvero il decesso sia avvenuto lentamente, mentre dormiva. In giornata sono stati già ascoltati come persone informate sui fatti il capitano e l’armatore, che non sanno darsi spiegazioni. Hanno confermato che Giulia aveva chiesto di dormire un’altra notte in barca prima di ripartire. In attesa del recupero, è stata sequestrata anche l’imbarcazione che è semiaffondata nelle acque del porto turistico: servirà una complessa operazione con subacquei e galleggianti per riportarla a galla, metterla in sicurezza ed effettuare ulteriori verifiche. 

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Tanti i dubbi degli inquirenti anche sui dispositivi di sicurezza: non è ancora chiaro se l’imbarcazione da diporto ne fosse dotata e se ci fosse un impianto antincendio interno, che in tal caso non avrebbe funzionato. Una serie di interrogativi che saranno chiariti solo dopo il recupero dello scafo e una attenta perizia sugli interni e sulla documentazione. Da stabilire, infine, se l’incendio fosse visibile ben prima dell’allarme lanciato intorno alle 4 dal personale del porto turistico. Insieme al capitano e ad uno chef, entrambi di Napoli, Giulia era tra i dipendenti di un armatore napoletano che aveva affidato il noleggio dell’imbarcazione ad una società di charter con sede a Gragnano e ormeggiata a Castellammare. «Siamo tutti dispiaciuti per quanto accaduto – afferma Giovanni Battista La Mura, patron di Marina di Stabia – abbiamo fatto tutto il possibile, il nostro sistema antincendio ha funzionato e ha evitato che le fiamme si propagassero ad altre barche». 

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