Raid in concessionaria a Castellammare, auto a fuoco. L'ipotesi: avvertimento per il clan D'Alessandro

Raid in concessionaria a Castellammare, auto a fuoco. L'ipotesi: avvertimento per il clan D'Alessandro
di Dario Sautto
Venerdì 12 Febbraio 2021, 10:36
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Nuovo raid incendiario nella rivendita auto di un uomo vicino ai D'Alessandro, in fiamme una decina di vetture. Il proprietario è stato coinvolto nel maxi blitz «Domino» dello scorso giugno. In poco più di un anno, questo è il secondo incendio subito dalla rivendita «Auto G&M» (iniziali di Giulia e Marco, i nomi dei coniugi titolari), concessionaria che si trova in via Petraro, tra Castellammare di Stabia e Santa Maria la Carità, a due passi dai rioni Moscarella e Savorito.



La scorsa notte, un incendio doloso è stato appiccato ad alcune auto che si trovano nell'ampio parcheggio della rivendita.

In fiamme sono andate almeno nove vetture, in gran parte usate, tra cui alcuni Suv, per alcune centinaia di migliaia di euro di danni. L'incendio ha riguardato anche due automobili parcheggiate in strada e non di proprietà della concessionaria. In tutto, dunque, sono andate distrutte undici macchine. Sul posto sono giunte diverse squadre di vigili del fuoco, che hanno avuto non poche difficoltà per domare l'incendio, scoppiato nel cuore della notte, fortunatamente quando in zona non transitavano altri veicoli. Per avviare le indagini, sono arrivati anche i poliziotti del commissariato di Castellammare di Stabia, che indagano agli ordini del dirigente Pietro Paolo Auriemma e del vicequestore Manuela Marafioti. Della vicenda sono state informate la Procura di Torre Annunziata e la Direzione distrettuale Antimafia di Napoli, che coordinano le indagini. Ascoltata la proprietaria, che ha escluso di aver ricevuto minacce o avvertimenti, né di sapere il perché del raid incendiario. Le attenzioni degli investigatori si concentrano sul marito, il 40enne Marche Schettino, con precedenti e sottoposto tuttora a misura cautelare. Arrestato lo scorso giugno nel maxi blitz contro il controllo delle piazze di spaccio a Castellammare di Stabia e dintorni operato dal clan D'Alessandro, l'operazione dell'Antimafia vide impegnati nelle indagini i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata e della compagnia stabiese.

Al momento, gli investigatori tendono a escludere l'ipotesi racket e puntano al raid per dispetto o per una vendetta di qualche tipo. Piuttosto potrebbe trattarsi di un avvertimento a scopo intimidatorio diretto allo stesso Schettino oppure indirettamente indirizzato al clan D'Alessandro, in una possibile (e pericolosa) faida tra camorristi emergenti e storici boss che potrebbe innescarsi a causa di questi episodi «marginali». Nelle ultime settimane, infatti, sempre i carabinieri hanno smantellato l'unica piazza di spaccio «autonoma» di Castellammare, quella del rione Moscarella, controllata da esponenti di un nuovo clan di camorra nato nelle palazzine che si è autodefinito «terzo sistema» stabiese. Le palazzine del rione Moscarella sono lì a poche decine di metri, poco più in là dell'altro quartiere dello spaccio di droga, il «bronx Faito» del rione Savorito, quello invece controllato dal clan D'Alessandro tramite la famiglia Imparato detti i «paglialone», fedelissimi della cosca del rione Scanzano.

La dinamica dei fatti sembra quella classica del raid di camorra, con il piromane arrivato in scooter che ha innescato il rogo doloso e si è dato rapidamente alla fuga. I poliziotti della squadra investigativa del commissariato stabiese stanno analizzando i filmati di alcune telecamere presenti in zona, per poter risalire agli autori dell'incendio di camorra, anche perché dai proprietari dell'attività commerciale non sono arrivati molti spunti utili alle indagini. La stessa concessionaria era stata oggetto di un altro raid simile a dicembre 2019.
 

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