Raid in corsia, i medici napoletani:
​«Subito la nuova legge»

Raid in corsia, i medici napoletani: «Subito la nuova legge»
di Ettore Mautone
Domenica 8 Settembre 2019, 09:32
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Escalation di aggressioni, insulti e violenze ai camici bianchi: Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici dopo l'invito - già rivolto nei giorni scorsi al nuovo governo ad approvare come primo atto la legge che inasprisce le pene per chi aggredisce un operatore sanitario - torna a rivolgere un appello al nuovo ministro della Salute, Roberto Speranza. «Basta tentennamenti - avverte il leader dei camici bianchi di Napoli e provincia - il ministro Speranza deve portare a termine con urgenza i provvedimenti legislativi che possano garantire i medici rispetto alle aggressioni».

 

L'occasione per riaccendere i fari su un tema sensibile per tutta la platea degli operatori sanitari, soprattutto quelli impiegati nelle prime linee, pronto soccorso e 118, è stata il tour della Federazione nazionale degli Ordini Fnomceo in tre ospedali del capoluogo campano.  «L'Ordine di Napoli - continua Scotti - si spende su questo tema oramai da tanti, troppi anni. La visita del nostro presidente Filippo Anbelli è un ulteriore segnale che arriva con grande tempestività rispetto alla formazione del nuovo governo. Nel recente passato ci siamo lamentati sugli scontri tra maggioranza giallo-verde e opposizioni rispetto al tema delle aggressioni al personale medico, parti che prima erano contrapposte, ma che ora sono unite nel nuovo esecutivo. A questo punto non ci saranno ulteriori ostacoli». Sul punto concorda il consigliere dell'Ordine di Napoli Luigi Sodano: «Nella nostra regione, ma devo dire in tutta Italia - ha osservato - questo problema sta diventando un'emergenza. Sia dalla Federazione che da ogni singolo Ordine si leva con forza la richiesta al governo affinché il tema sia affrontato con urgenza».
LE LEGGE
A metà luglio il testo di legge, emendato durante l'esame in Commissione Sanità era pronto per il Senato. Tra le novità introdotte nella norma la modifica al codice penale con la quale viene stabilito che le pene oggi previste per episodi di violenza contro i pubblici ufficiali in servizio durante le manifestazioni sportive siano applicate anche in caso di violenza contro gli operatori della sanità. Si ottiene così un forte inasprimento delle pene: da un minimo di quattro a sedici anni di reclusione, in base alla gravità delle lesioni. Le aggressioni agli operatori sanitari e socio-sanitari rientreranno dunque nelle circostanze aggravanti. Avere commesso il fatto con violenza o minaccia in danno di medici e paramedici nell'esercizio delle loro funzioni rientrerà tra le circostanze aggravanti e farà scattare la denuncia d'ufficio, anche senza la querela della persona offesa.
L'OSSERVATORIO
C'è spazio inoltre per un Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie. «La composizione dell'Osservatorio - avverte Franco Ascolese, presidente dell'ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e prevenzione - dovrà prevedere la presenza di rappresentanti delle regioni, dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), di rappresentanti dei ministeri dell'Interno, Difesa, Giustizia e Lavoro e delle Politiche sociali e anche degli Ordini professionali interessati, delle organizzazioni di settore e delle associazioni di pazienti. Anche noi siamo pronti a svolgere la nostra parte. Rappresentiamo un mondo professionale che spende al pari dei medici tutta la propria vita al servizio dei pazienti ma spesso e volentieri nel mirino di un'utenza abbrutita da un lato dai tagli alla spesa sanitaria, su cui registriamo l'inversione di tendenza impressa dal nuovo ministro, e dall'altro da un imbarbarimento della vita sociale su cui occorre interrogarsi e mobilitare opinione pubbliche, scuola e mondo del privato sociale». Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'Ordine degli infermieri che rappresentano una categoria che, al pari dei medici, sconta il maggior tributo tra le vittime di violenze in corsia.
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