Napoli, Rama moroso da 30 anni: «Ma ora pronti a pagare»

Napoli, Rama moroso da 30 anni: «Ma ora pronti a pagare»
di Pierluigi Frattasi
Domenica 12 Agosto 2018, 13:23
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Per 30 anni il Comune non ha percepito neanche un euro per l'affitto del Rama Club di Fuorigrotta, che comprende 13 campi tra tennis e calcetto. E dopo inchieste, richieste di sgombero non concluse, contenziosi e ricorsi, continua a non farlo. Anche dopo l'inchiesta sull'affittopoli partenopea esplosa tra il 2015 e il 2016, infatti, nessun canone è mai stato corrisposto nelle casse municipali. «Non per colpa nostra - ribatte l'associazione sportiva - Fino ad allora abbiamo sempre pagato alla Fit, la Federazione Italiana Tennis, una pigione di 45mila euro l'anno, oltre ad aver sostenuto lavori per 2 milioni». Intanto, a distanza di tre anni, la mega-struttura di viale Giochi del Mediterraneo - oggi in lizza per ospitare anche le gare di tennis al coperto delle prossime Universiadi - per gli uffici di Palazzo San Giacomo resta un oggetto misterioso e in un carteggio di inizio agosto i servizi Patrimonio e Sport si rimpallano le competenze.

LA SVOLTA
Intanto, mentre il Comune ha presentato ingiunzione di pagamento per 3,5 milioni per l'indennità di occupazione dal 1990 ad oggi con richiesta di rilascio dell'immobile, l'associazione, dal canto suo, ha impugnato l'atto al Tar - che l'ha sospeso in via cautelare - e ha presentato ad aprile una proposta transattiva: affidamento per 36 mesi, canone raddoppiato a 96mila euro all'anno, più il saldo degli ultimi 5 anni arretrati con 60 rate mensili e la copertura di lavori manutentivi per 298mila euro. «Un'offerta allettante - commenta l'assessore al Patrimonio, Ciro Borriello - ma finora non abbiamo visto soldi. Si tratta di 700mila euro. Se non si concretizza entro settembre, siamo costretti a mandarli via». Ma il Rama replica: «Stiamo aspettando la convocazione dal Comune. Già pronti a ospitare le Universiadi».

LA STORIA
La storia parte nel 1969, quando, all'indomani dei Giochi del Mediterraneo, il Comune chiede aiuto alla Fit per realizzare una cittadella del tennis a Fuorigrotta su un terreno espropriato alla Mostra d'Oltremare. La Federazione costruisce la struttura e la gestisce in concessione per 9 anni, con canone da 120mila lire all'anno. Ma la convenzione non viene rinnovata e così anche il canone è sospeso. Fino a quando, la Fit subaffitta i campi all'Asd Rama Club, che paga regolarmente, riuscendo negli anni a conseguire importanti risultati agonistici e impegnandosi per la promozione del tennis sul territorio. Il Comune, però, proprietario dei suoli, continua a non incassare. Il caso emerge nel 2012, a seguito di un'interrogazione consiliare. Scatta un'indagine interna, che nel 2015 accerta che in Municipio non si trova il fascicolo relativo e il bene è occupato senza titolo. L'associazione ne chiede l'affidamento. Ma l'Ente ne dispone invece il recupero, attualmente sospeso. Intanto, sulla vicenda si accendono i riflettori della Procura della Corte dei Conti. Nel 2016 il Mattino dedica ampio spazio al caso. Dopo l'inchiesta, si interrompono i rapporti sul canone tra Fit e Rama Club. Il Comune fa ingiunzione di pagamento, notificata anche alla Fit, e al momento sospesa al Tar, ma continua a non percepire nulla. Lo scorso aprile, il Rama avanza un'offerta transattiva, nella quale, riconoscendo «un vizio d'origine nella concessione dalla Fit, che non essendo legittimata né a godere né a disporre della gestione, non poteva nemmeno affidare la struttura», si dichiara però disponibile a prenderla in carico. «Assurdo - attacca il consigliere Pd Diego Venanzoni - affidare quella struttura ancora al Rama dopo 30 anni di mancati pagamenti. Il Comune la acquisisca come bene comune, destinandola ai giovani del quartiere». Ma la società replica: «Abbiamo sempre pagato alla Fit».

IL GIALLO
La storia torna alla ribalta a inizio agosto, su nuova interrogazione di Venanzoni. Ancora una volta il fascicolo sul Rama in Comune non si trova. Sollecitato dall'ufficio Patrimonio, il servizio Grandi Impianti Sportivi il 1 agosto scrive: «La struttura, fatta eccezione per i soli locali uso ufficio precedentemente detenuti dalla Fit e consegnati al Servizio Demanio e Patrimonio il 28 marzo 2018, non è mai stata nella disponibilità giuridica e materiale di questo Servizio. Tale circostanza non consente, per quanto di competenza, di soddisfare la richiesta». Il Patrimonio prende atto e il giorno dopo replica: «Si chiede un aggiornamento del procedimento».
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