Rapina choc nel parcheggio del cinema multisala, arrestato il figlio dell'«immortale»

Rapina choc nel parcheggio del cinema multisala, arrestato il figlio dell'«immortale»
di Marco Di Caterino
Venerdì 15 Dicembre 2017, 10:49 - Ultimo agg. 10:50
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CASORIA - Manette per Antonio Vastarella, 26 anni, figlio del boss Patrizio, ras del rione Sanità, detto «l'immortale» per essere scampato a più di un agguato. Il rampollo del clan è stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata, lesioni personali e violenza privata, disposta dal gip del Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura di Napoli Nord che ha coordinato le indagini su una brutale rapina, commessa da un commando composto da sei malviventi il 16 marzo scorso nel parcheggio dell'Uci Cinema di Casoria. Una delle vittime, pestata con inaudita violenza, riportò alcune fratture al naso e a uno zigomo, tanto da essere sottoposto a più di un intervento chirurgico.
 


Con l'arresto del figlio di Patrizio Vastarella, i carabinieri hanno assicurato alla giustizia già tre componenti del commando. Il 22 giugno, infatti, furono arrestati i primi due rapinatori, elementi ritenuti affiliati al clan Vastarella: Antonio Stella e Daniele Pandolfi, 21 anni, entrambi del rione Sanità. Quest'ultimo, nonostante la giovane età, ha già alle spalle una discreta carriera criminale al soldo della cosca de «l'immortale», per il quale ha già versato sangue. Il 7 marzo del 2013, ad appena 17 anni, finì sulla linea di tiro di commando composto da cinque persone che gli esplosero contro una decine di colpi d'arma da fuoco, ferendo lui e un suo amico. L'agguato avvenne nel rione Sanità e segnò l'inizio di una delle tante faide che hanno insanguinato Napoli negli ultimi cinque anni. Le indagini, naturalmente, non sono ancora concluse e proseguono per dare un nome e un volte agli altri tre componenti del commando della rapina da Arancia meccanica, le cui cruente fasi sono registrate in un video ripreso dalle telecamere di videosorveglianza del parcheggio di Uci Cinema.
 
Essere il figlio di uno che si fa chiamare l'immortale, probabilmente produce quella presunzione e il senso di impunità che hanno fatto agire quella notte sia Antonio Vastarella che i suoi complici a volto scoperto, nonostante fosse evidente il cartello di avviso della presenza di telecamere di sorveglianza. Un primo grossolano errore, seguito da un secondo. Perché le auto utilizzate dalla banda era «pulite», intestate ai rispettivi genitori dei due rapinatori arrestati a giugno. Nel video si vede il branco accerchiare l'auto delle due vittime. Poi uno dei componenti del mucchio selvaggio aprire con violenza lo sportello del lato del guidatore. Questi, dopo essere stato afferrato e scaraventato sull'asfalto, viene accerchiato da quattro malviventi e colpito più volte con pugni e calci alla testa. Le immagini in primo piano riprendono anche il pestaggio, ancora più brutale, per la seconda vittima, quella che è seduta sul lato passeggero. Il filmato mostra nei minimi dettagli l'aggressione «scientifica» subita. Questo poveretto viene massacrato di botte solo perché, si accerterà poi, non voleva consegnare quello che aveva in tasca, circa 200 euro. Stordito dal brutale pestaggio e senza più avere la forza di resistere, sballottato come una bambola di pezza, privo di qualsiasi resistenza, l'uomo viene perquisito dai balordi che smettono solo quando riescono a impossessarsi di tutto il contante della vittima.

Il video registra poi quelle ombre che prima di salire sulle due auto e sparire nel buio tolgono la chiave di accensione dal veicolo delle vittime e la scaraventano in una vicina aiuola. Nonostante lo choc per quanto subito, i due ragazzi nel corso della denuncia hanno fornito ai militari non solo una descrizione precisa delle fattezze dei delinquenti ma anche il modello delle auto con le quali si sono poi allontanate. E con un lavoro certosino, che è consistito nel visionare ore e ore di filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza stradali, i militari sono riusciti a individuare le due auto, che procedevano in fila indiana, sia quando sono partite da Napoli che quando sono ripartite da Casoria. Altri riscontri hanno fugato i dubbi sulla colpevolezza del branco.
 

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