Rave party per Gesù Cristo, il party di don Michele Madonna è un successo: «Il divertimento puro esiste»

Rave party per Gesù Cristo, il party di don Michele Madonna è un successo: «Il divertimento puro esiste»
di Giuliana Covella
Domenica 3 Luglio 2022, 09:00
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Start ore 21: c'è scritto così sulla locandina diffusa sui social ma non si tratta, come si potrebbe ipotizzare, di un invito a una serata di divertimento trasgressivo. Si chiama infatti Rave 4 Christ l'evento di musica dance cristiana per i giovani organizzato nella parrocchia di Santa Maria di Montesanto da padre Michele Madonna. La serata si è svolta nella sede dell'Istituto Bianchi in piazza Montesanto, alla presenza dei numerosi giovani della comunità parrocchiale che hanno cantato, suonato e ballato fino a mezzanotte consumando panini e bibite.

«Vivevo nel peccato, avevo tutto, ma non ero felice.

Perciò dico ai giovani: la felicità esiste e si chiama Gesù». Padre Michele Madonna è entusiasta del rave party che dalle 21 alle 24 ha avuto come location il chiostro dell'Istituto Bianchi. Quarantotto anni, da 10 alla guida di tre parrocchie (quella di Montesanto, di Santa Maria Ognibene ai Sette dolori ai Quartieri Spagnoli e di San Liborio alla Carità nell'omonima piazza), il sacerdote che tanto sta facendo parlare di sé ha un passato da disc-jockey: «Gestivo una discoteca di proprietà di mio padre, organizzavo Mak P ed ero fidanzato, poi ho scoperto che non era quella la vera felicità ed ho seguito la mia vocazione». Ma da dove nasce l'iniziativa di padre Madonna? «Parte da un dolore - spiega - quello di vedere i ragazzi di tre quartieri difficili dove esercito la mia attività pastorale che si drogano, si ubriacano, si fanno del male. Allora ho deciso di insegnare loro che c'è una maniera diversa di divertirsi, sana e pulita. Come è accaduto a me, quando il Signore mi ha tirato fuori da una cella in cui ero chiuso, voglio tirare fuori altre persone che vivono la mia stessa condizione di tanti anni fa». Non solo ballo durante la serata, ma anche momenti di drammatizzazione per i partecipanti, dai 15 ai 35 anni («perché è la fascia d'età che va in discoteca»), che hanno gremito il chiostro e sono stati protagonisti sul palco di performance teatralizzate in chiave spirituale con l'obiettivo di trasmettere un preciso messaggio: «i ballerini su uno sfondo di tele bianche - ha spiegato il parroco - hanno assunto pose tristi fino a quando hanno incontrato il volto di Gesù e da quel momento è iniziata la loro guarigione interiore».

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Tra i ragazzi di don Michele, Guido e Irene, entrambi di 31 anni: «Sono giovani che lavorano, studiano, ma vi sono anche ragazzi che vengono da contesti difficili». Tra i tanti la band Cantammo a Gesù, che ha milioni di visualizzazioni sui social. «Questo sacerdote è riuscito a fare breccia nel cuore dei giovani e nel loro stile di vita - dice Angela Parlato, consigliera della II Municipalità da sempre vicina alla chiesa di Montesanto - Sono ragazzi che hanno fatto dell'impegno sociale con anziani e minori del quartiere la loro missione. Grazie a padre Michele molti hanno imparato che ci si può divertire senza sballarsi in discoteca con droga e alcol». 

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