Record di multe, 30 sospettati. «Forse sono prestanome dei clan»

Record di multe, 30 sospettati. «Forse sono prestanome dei clan»
di Luigi Roano
Lunedì 26 Febbraio 2018, 09:44
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In 30 - e siamo solo alla prima visura dei cosiddetti «infrazionisti seriali» - hanno preso la bellezza di 6034 contravvenzioni al codice della strada. Naturalmente mai pagate. In Comune stanno iniziando a mettere assieme un po’ di dati. Ci sono diverse centinaia di automobilisti che di contravvenzioni al Codice della strada ne prendono 400 l’anno, altrettanti 300, addirittura ce ne sono decine che arrivano a prenderne 700 di multe ogni anno. Solo in termini di mancati incassi sono decine di milioni che vengono meno alle asfittiche casse di Palazzo San Giacomo. Si tratta di persone che in spregio a ogni dovere civico non pagano le multe? Secondo il Comune no. Anzi, l’assessore al Bilancio Enrico Panini ha lanciato l’allarme proprio dalle pagine del nostro giornale: «Noi puntiamo a mettere la parola “fine” ad una narrazione: la multa a Napoli non si paga. Ci sono persone che arrivano anche ad oltre 700 multe in un anno, almeno in cento ne prendono più di 300 l’anno, probabilmente c’è un legame anche con la malavita».
 
Eccolo il dubbio dell’assessore, vale a dire che al netto di chi non paga perché non può pagare o per principio - perché la narrazione di cui parla Panini è tutto tranne che campata in aria - ci sarebbero intrecci con i clan. In che modo e perché? A Palazzo San Giacomo lavorano su una serie di ipotesi e sono in corso le verifiche. Per esempio si tratta di capire se gli intestatari delle auto contravvenzionate - perché ci sono i nominativi e anche il codice fiscale degli «infrazionisti seriali» - siano davvero coloro che utilizzano poi quei veicoli o se si tratta di prestanome. Dovesse essere dimostrata questa ipotesi, i clan si servirebbero di queste auto per far spostare merce e uomini e donne senza mai essere individuati. In questo senso avrebbe una logica la teoria dei prestanome. Soprattutto se si tratta di spostamenti per il centro della città e verso determinati quartieri. Ormai la guerra delle forze dell’ordine ai motorini è stata dichiarata e da molto tempo. Le due ruote non sono sempre il mezzo migliore per passare inosservati. In aiuto ai vigili urbani ci sono le telecamere poste ai varchi delle Ztl, le Zone a traffico limitato dove spesso vengono collezionate le contravvenzioni. Anche questa è una stranezza, se tutti sanno che per piazza Dante - giusto per fare un esempio - non si può transitare dalle 9 alle 18,30 perché farlo tutti i giorni? I caschi bianchi si stanno organizzando con appostamenti in determinate aree per verificare chi effettivamente guida quelle auto. 
Palazzo San Giacomo si sta muovendo, ricorda ancora l’assessore che «i vigili sono stati dotati di strumenti elettronici in grado di velocizzare il processo di verbalizzazione e relativo invio al contribuente; metteremo in campo presto un centinaio di messi notificatori in grado di aggredire il fenomeno della raccomandata non recapitata o non ritirata; il Comando dei vigili ha già notificato le sanzioni ad un primo blocco di grandi trasgressori». Basterà per far pagare le multe? «Coinvolgeremo - conclude l’assessore - la magistratura nei casi in cui dovessimo sospettare intrecci oscuri; ci doteremo di un programma che verificherà in tempo reale, sulla base del solo numero di targa, il numero di sanzioni eventualmente non pagate. Ma non è detto che sia finita qui sul versante delle azioni».
Chiarito che probabilmente esiste una gang delle multe, almeno secondo il Comune, a Palazzo San Giacomo il problema con le contravvenzioni esiste ed è reale a prescindere. I vigili urbani elevano circa un milione di verbali all’anno comprensivi di quelli di chi sosta sulle strisce blu ma non paga il servizio. La prima giunta del sindaco Luigi de Magistris, siamo intorno al 2013, già cancellò «residui attivi» per quasi 900 milioni, in gran parte multe. Sembrava un’operazione di pulizia dei conti, perché considerate non più incassabili. Il problema è che a fine 2017 l’operazione di riconteggio dei residui ha fatto venire a galla un altro mezzo miliardo di contravvenzioni mai riscosse dal Comune. Quante cose si potrebbe fare con una simile massa di denaro per la città? Tante, per esempio risanare le aziende partecipate, quella dei trasporti in particolare, e rifare le strade gruviera della città. 
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