Centri per l'impiego e reddito di cittadinanza, l'incognita Campania

Centri per l'impiego e reddito di cittadinanza, l'incognita Campania
di Daniela De Crescenzo
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 07:00
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Si giocherà in buona parte in Campania la partita del reddito di cittadinanza. Lo dimostrano i numeri, lo sottolinea l'assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri che lunedì, come tutti i colleghi delle altre regioni, ha incontrato il ministro Luigi Di Maio. «Nel nostro territorio - sottolinea - il reddito di inclusione ha coinvolto 160 mila persone. I requisiti previsti per il reddito di cittadinanza sono diversi e più inclusivi: quindi i destinatari, secondo le prime proiezioni rese pubbliche, saranno almeno 390 mila».
 
Di conseguenza alla Campania sarà destinata una larga fetta del personale da assumere per far decollare i centri per l'impiego, motore organizzativo del nuovo sistema, sul territorio nazionale si prevedono 4000 nuove assunzioni. «L'iter era stato avviato con il vecchio governo - spiega Palmeri E già da ottobre noi chiediamo che le nuove leve arrivino subito nei centri per l'impiego per supportare una misura complessa che prevede grandi flussi di pubblico. In Campania attualmente nei centri lavorano 561 diventare, dovranno diventare almeno 1000». Sono stati previsti, però, fondi per pagare i neoassunti fino al 2021 e non si sa nemmeno se si faranno contratti a tempo indeterminato. Ma ieri i rappresentanti delle Regioni hanno chiesto al ministro del lavoro maggiore chiarezza: è necessario definire i criteri di ripartizione del personale e stanziare delle risorse strutturali per assunzioni a tempo indeterminato, altrimenti si rischia di creare nuovi disoccupati proprio a partire dai centri.

Il nodo vero, però, è quello dei navigator. Di Maio ne ha annunciato la discesa in campo: chi sono e cosa faranno? «Secondo il ministro ce ne saranno 6000 in tutta Italia, ma noi abbiamo chiesto di chiarire con precisione quale sarà il loro ruolo e con che tipo di contratto lavoreranno dice la Palmeri Verranno utilizzati probabilmente dall'agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, l'Anpal, con contratti flessibili». Secondo il ministro svolgeranno un ruolo di supporto alle persone all'interno dei centri per l'impiego, di più non si sa. È prevedibile che in Campania arrivi una larga schiera proveniente dall'esercito dei seimila navigator, ma dove saranno sistemati? «Per il momento non sappiano nemmeno dove farli sedere», dice la Palmeri. Quindi bisognerà prevedere lo stanziamento di fondi dedicati per il miglioramento delle strutture che ospitano i centri.

L'elenco dei nodi da sciogliere prima di far partire la battaglia del reddito, è lungo. Secondo i responsabili regionali del lavoro bisogna definire subito e con precisione il percorso che deve seguire il richiedente del reddito rispetto ai profili di inclusione sociale e inserimento lavorativo, mettere a regime le piattaforme informatiche che costituiranno l'ossatura di tutto in sistema e soprattutto è necessario capire chi eserciterà i controlli per stanare gli «usurpatori del reddito» e bloccare il lavoro nero: i dipendenti dei centri per l'impiego non hanno fra i compiti istituzionali quello di esercitare un'azione di controllo che tocca all'ispettorato del lavoro e alla guardia di finanza.

La vera partita, però, si giocherà ovviamente sul terreno dell'occupazione: il sistema dimostrerà di funzionare solo se i destinatari del reddito riusciranno ad entrare o a tornare nel mercato del lavoro, impresa finora mai centrata dai centri dell'impiego. Per evitare che il reddito diventi sussidio, bisognerà far incontrare domanda ed offerta, impresa difficile in un mercato asfittico come quello campano. «L'incrocio riesce quando viene solleticata l'esigenza del mercato sostiene l'assessore Palmeri - cosa che riesce meglio alle agenzie private che dal 1997 hanno una libertà d'azione diversa rispetto a quelle pubbliche organizzate in maniera più tradizionale. Per migliorare il funzionamento dei centri regionali noi abbiamo stanziato un fondo di 16 milioni e mezzo destinato alla formazione e alle linee informatiche». Ma la macchina è complessa e i rivali agguerriti: i privati sono pronti a setacciare le imprese per scovare un posto libero, i dipendenti pubblici non sono allenati all'impresa.

Basteranno due mesi per avviare un meccanismo così complesso? Difficile dirlo, intanto, assicurata la collaborazione istituzionale e il coinvolgimento attivo degli assessori competenti, primo tra tutti quello campano, è stato programmato un tavolo tecnico tra governo e Regioni. Ma la corsa contro il tempo è al fotofinish.
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