Reddito di cittadinanza, l'allarme delle industrie: «Il lavoro c'è ma manca il personale»

Reddito di cittadinanza, l'allarme delle industrie: «Il lavoro c'è ma manca il personale»
di Valerio Iuliano
Giovedì 2 Giugno 2022, 09:00
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Le opportunità di lavoro sono tante, ma i lavoratori non ne approfittano. Per le aziende la carenza di personale determinatasi in molti settori industriali rischia di trasformarsi in un serio problema, che potrebbe incidere negativamente sui livelli produttivi. «Quest'anno, come l'anno scorso, avremo grosse difficoltà a reperire operai stagionali» spiega Gaetano Torrente, responsabile commerciale di La Torrente srl, azienda di trasformazione del pomodoro. «Tante persone hanno già rifiutato l'invito a lavorare regolarmente inquadrati».

Una delle motivazioni delle frequenti rinunce è il reddito di cittadinanza. «Hanno paura - prosegue Torrente - di superare la soglia minima imposta per beneficiare del sussidio.

L'anno scorso per la prima volta abbiamo fatto ricorso al Centro per l'Impiego, ma nessuno degli interpellati ha accettato l'invito a lavorare. Negli anni precedenti, le liste di persone che volevano lavorare erano interminabili, non riuscivamo ad accontentare tutti». Il settore è in crisi anche per la mancanza di figure professionali, non c'è passaggio generazionale. «Sono anni - continua Torrente - che ricerchiamo meccanici specializzati, conduttori di caldaie, carrellisti e in questo le istituzioni scolastiche non ci aiutano. In qualità di presidente della sezione Filiera Alimentare di Confindustria Napoli, posso dire che il settore è in grado di offrire molto lavoro, ma anche qui mancano le figure specializzate. Mi riferisco a macellai, panettieri, cuochi, pizzaioli. I giovani, anziché imparare un mestiere, sono più orientati a seguire indirizzi di studi che gli permettano di spostare in avanti la ricerca dell'occupazione».

Il calo dell'offerta di lavoro è un fenomeno che riguarda anche il settore alberghiero. Per il patron dell'Hotel Vesuvio Sergio Maione «si tratta di un problema reale dovuto a una serie di fattori». Per Maione nel settore incide la mancanza di personale qualificato e specializzato. «Ma se ne trovava pochissimo anche negli anni scorsi», sottolinea Maione, aggiungendo che «il nostro è un mondo particolare, ci si sacrifica molto. Funzioniamo 365 giorni l'anno, 24 ore su 24, come gli ospedali. Oggi molte persone non vogliono lavorare nei weekend. E poi c'è la questione del Reddito di cittadinanza. Molti rinunciano all'occupazione stabile, perché con il sussidio, sommato ai lavori al nero, riescono a guadagnare cifre complessivamente superiori. Lo dimostra il fatto che alcuni ci dicono di voler lavorare, a patto di non essere inquadrati. Questo è impossibile per noi e così aumentano le difficoltà. Di solito facciamo contratti a tempo determinato tra aprile e ottobre. Ora stiamo lavorando bene, le prenotazioni sono al top. Ma il reperimento del personale ci crea difficoltà». Sulla questione della scarsa formazione dei lavoratori, che riguarda soprattutto cuochi e maitre, Maione spiega che «in Italia ci sono gli istituti alberghieri da cui i giovani escono completamente impreparati. Sarebbe il caso di seguire l'esempio della Germania, dove i ragazzi fanno almeno due anni di formazione in albergo, a spese dello Stato».

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Davide Esposito è un imprenditore a capo di Itdeis group, società di facility management. «Facciamo attività di accoglienza, reception e servizi di pulizia, per i privati e per il pubblico. Nel mio settore c'è la stessa situazione. I percettori del reddito di cittadinanza rifiutano per non perdere il sussidio. Molti non vogliono essere inquadrati a tempo pieno. Gli stipendi non sono elevatissimi ma sicuramente più che dignitosi. Ho parlato con altri imprenditori che risentono di questi problemi. Ci sono alberghi che hanno chiuso delle camere perché non hanno personale. Un altro tema da affrontare è quello della formazione. Il personale preparato manca dappertutto. Anche gli addetti alle pulizie devono avere una formazione adeguata, perché occuparsi di una stanza d'albergo non vuol dire solo prendere una scopa e la paletta. Ci sono procedure ben precise da seguire. Le istituzioni dovrebbero dialogare con le imprese e attrezzarsi sul fronte della formazione. Un personale preparato - conclude Esposito - è incentivato a lavorare». 

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