Reddito di cittadinanza, c'è il racket sui titolari delle card: «È l'usura del clan»

Reddito di cittadinanza, c'è il racket sui titolari delle card: «È l'usura del clan»
di Leandro Del Gaudio
Sabato 5 Febbraio 2022, 09:30 - Ultimo agg. 19:50
4 Minuti di Lettura

Prima svuotano le mense e le parrocchie, mandando donne e uomini a prelevare cesti di pasta e frutta, in modo da ridurre alle fame tantissima famiglie. Poi, attendono al varco i potenziali clienti. E prestano soldi, ovviamente a tasso usuraio. Funziona così a Fuorigrotta, almeno nella zona controllata dal boss Vitale Troncone, personaggio sopravvissuto a un agguato consumato lo scorso 23 dicembre in via Duilio. E non è finita. Dopo aver affamato chissà quanti nuclei familiari, c'è chi si mostra - almeno sulle prime - gentile e disponibile, garantendo loro soldi a morte di subito. Prestiti a tasso usuraio, concessioni da cravattari, che hanno anche un ulteriore epilogo: quello del racket sulle carte concesse dallo Stato come reddito di cittadinanza. Racket sulla povertà, brutta storia.

Succede anche questo nella gomorra di Napoli ovest, siamo tra Fuorigrotta e Bagnoli, zona interessata da una sanguinaria contrapposizione tra due gruppi, quelli di via Brigata Bologna (leggi clan Troncone) e quelli di rione Traiano (che fanno capo al clan Sorianiello).

Ma restiamo alla storia dell'usura, che diventa racket e che si trasforma nel sequestro della tessera di reddito di cittadinanza dalle mani di chi non è riuscito a onorare prestiti che crescono in modo esponenziale. Restiamo alla storia del racket sulle carte del reddito di cittadinanza, ultima frontiera della camorra cittadina. Come funziona? Lo ha spiegato ai magistrati di Napoli una donna, una imprenditrice, che ha avuto il coraggio di rompere omertà e paura che albergano nei pressi dello stadio Maradona, facendo nomi, indicando denunce, mostrando screenshot, denunciando le violenze subite in questi mesi. E, soprattutto, svelando un fenomeno inquietante: c'è una donna che è sposata al braccio destro del boss Vitale Troncone, che è a capo di un giro di usura e racket, che punta proprio ai sussidi assicurati dallo Stato per i più indigenti. Come funziona questa nuova forma di racket? Su un reddito di cittadinanza di 700 euro, lady camorra pretende per sé 400 euro, lasciando 300 euro a una famiglia di indigenti e indebitati. Già, ma che se ne fa un affiliato di una carta di reddito di cittadinanza? Viene scaricata - si scopre oggi - nei negozi del quartiere (in particolare nei mercatini rionali), nati grazie a investimenti sporchi e a prestanome al servizio dei boss. Ma non è tutto. Uno scenario decisamente più ampio rispetto a quello raccontato dalla imprenditrice titolare della denuncia. Sono diverse le famiglie costrette a questo genere di racket. Si sono indebitate nel 2020, nei giorni della grande crisi - parliamo del primo lockdown - poi sono finiti nella morsa dell'usura. Cosa è accaduto poi? Prima una richiesta: quella di stipulare contratti con finanziarie, per avere prestiti di alcune migliaia di euro; poi, la gestione mensile della tessera di cittadinanza. C'è chi alla prima reazione è stato brutalmente picchiato. Vicende che ora sono finite in un fascicolo condotto dal pm Valentino Battiloro e - si spera - dai pm del pool anticamorra. Violenza eletta a metodo, che ora attende risposte da parte dello Stato.

Video

Il boom dell'usura è attestato da una serie di proiezioni statistiche che ora si arricchiscono di nuovi particolari. E che fanno riferimento alla storia delle tessere firmate dal ministero dell'Economia per conto del governo. Ma come è possibile sfuggire a questo tipo di pressioni? C'è chi ci ha provato, ponendosi nelle mani delle forze dell'ordine, in una strategia che punta a far uscire allo scoperto aguzzini e cravattari della camorra della periferia occidentale. Ed è sempre la donna imprenditrice vessata dal clan Troncone a spiegare la sua strategia. Come reagire di fronte a tante angherie? Rivolgersi alle istituzioni, fare denuncia di smarrimento della tessera del reddito di cittadinanza, per bloccare in modo drastico il flusso di fondi di Stato, confidare nella speditezza delle indagini. Uno scenario in cui è stato decisivo il ruolo dell'associazione antiracket e antiusura coordinata da Luigi Cuomo (assistiti dall'avvocato Alessandro Motta), mai come in questo caso compatta nel pretendere verifiche sull'ultima frontiera delle estorsioni sulla pelle dei cittadini. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA