Reginella sequestrato a Posillipo: tra le teste di legno anche un cuoco

Reginella sequestrato a Posillipo: tra le teste di legno anche un cuoco
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 2 Ottobre 2020, 11:00
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Sequestro giudiziario per il ristorante Reginella a Posillipo. La decisione della magistratura arriva al termine di un periodo contrassegnato dal fallimento della società che gestiva il noto locale, ma anche dopo una serie di lunghi, tortuosi e talvolta anche maldestri tentativi per aggirare alcuni obblighi di legge. Indagine della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura della Repubblica - terza sezione, coordinata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli.

Ieri sono entrati in azione i militari delle fiamme gialle, che hanno notificato il sequestro ai titolari.

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L'inchiesta dei finanzieri del comando provinciale diretto dal generale Gabriele Failla nasce e si sviluppa in conseguenza di una bancarotta fraudolenta, in conseguenza della quale la magistratura inquirente ha anche denunciato sette persone e sequestrato - oltre al ristorante che si affaccia sul Golfo di Napoli in via Posillipo - conti correnti, quote societarie, oltre a tutti i beni immobili e mobili delle società che lo hanno gestito. Va detto subito, in premessa, che il ristorante non ha chiuso i battenti: il sequestro giudiziario non compromette - com'è giusto che sia - i livelli occupazionali, ragione per la quale il locale resta aperto al pubblico sotto amministrazione controllata.

Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza in servizio presso la Terza Sezione della Procura della Repubblica di Napoli unitamente ai finanzieri del Primo Gruppo, ed hanno permesso di fare luce sul dissesto finanziario della Reginella S.r.l. in liquidazione, dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli con sentenza emessa lo scorso gennaio.

Il complesso meccanismo architettato dagli amministratori, secondo l'ipotesi accusatoria, consisteva nell'utilizzo di una serie di società filtro intestate a prestanome compiacenti (l'ultima società è stata intestata al cuoco) che si sono avvicendati solo sulla carta nella gestione del ristorante, e che avevano quale unico scopo la massimizzazione dei profitti e la sistematica sottrazione degli utili aziendali all'Erario.
 

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In particolare, le Fiamme Gialle, mediante acquisizioni documentali, audizioni di persone informate sui fatti e analisi dei files ritrovati negli apparati informatici, hanno ricostruito che gli indagati avrebbero utilizzato intestatari fittizi in modo da render più difficoltoso l'esercizio dell'azione penale o azioni di responsabilità in sede civile accumulando nel tempo un debito tributario pari a quasi 1,5 milioni di euro.

I magistrati inquirenti della Terza sezione della Procura di Napoli, che conoscono bene i meccanismi che spesso sovrintendono alcuni fallimenti sospetti, hanno scoperto - grazie al prezioso supporto dìinvestigativo degli esperti delle fiamme gialle - che l'esercizio dell'attività di ristorazione non avveniva ad opera della società che ne deteneva il complesso aziendale, ma attraverso quelle che, succedutesi nel tempo, ne divenivano solo formalmente affittuarie, in modo da sottrarre alla massa fallimentare i beni aziendali e il locale di via Posillipo. Basti ribadire - uno per tutti - il caso del cuoco del locale al quale si era deciso poi di intestare la titolarità di una società inesistente.

E dire che stiamo parlando di un luogo che fa parte della memoria storica e gastronomica della città di Napoli. Il ristorante Reginella venne inaugurato addirittura 54 anni fa; era il 20 luglio del 1996 quando aprì i battenti come unica terrazza, oggi chiamata Terrazza Cerasa. L'anno seguente i proprietari dell'epoca rilanciarono, forti del successo di clienti, aprendo la saletta intermedia detta Cajola. Grazie al grande successo due anni dopo fu poi inaugurato il salone inferiore, detto la Sala del Re completamente panoramica, insieme con la terrazza esterna Le Sciantose.
Storia oggi polverizzata da chi - almeno stando elle accuse della Procura - ha solo voluto speculare dietro un'insegna storica della città

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