Barche pirata nel Regno di Nettuno: bagni a rischio, protesta nelle isole

Barche pirata nel Regno di Nettuno: bagni a rischio, protesta nelle isole
di Massimo Zivelli
Mercoledì 5 Agosto 2015, 08:58 - Ultimo agg. 08:59
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ISCHIA - Non bastassero le polemiche per gli scarsi controlli in mare dei diportisti sempre più indisciplinati che navigano a poche decine di metri da costoni pericolanti e spiagge affollate di bagnanti, così come anche le proteste per la lentezza elefantiaca sul rinnovo di centinaia fra licenze e permessi. L’ultimo allarme - rilanciato proprio in queste ore - è quello relativo al giallo della mancata presentazione del bilancio dell’Ente Regno di Nettuno. Per l’area marina protetta delle isole di Ischia e Procida, la bomba arriva dunque nel pieno di una estate che si sta vivendo all’insegna della massima confusione gestionale e operativa e che genera malumori soprattutto da parte degli operatori turistici.



Da settimane è in atto un braccio di ferro fra i sette comuni delle due isole ed il Ministero per l’ambiente. Un contenzioso che arriverà a una svolta il 3 settembre, quando la settima sezione del Tar discuterà il ricorso presentato dalle amministrazioni isolane contro la decisione romana di affidare la gestione dell’Amp, alla Capitaneria di Porto di Napoli.



Una decisione che non è equivalsa a un commissariamento – prerogativa questa del ministero dell’Interno – ma che ha gettato nel caos amministrativo e giuridico l’ente di diritto pubblico. «Il termine per la presentazione del bilancio dell’ente – dichiara Donatella Migliaccio, presidente uscente del consorzio – era del 31 luglio. Quando il ministero ha deciso di toglierci la gestione per affidarla alla Capitaneria di Porto, ha bloccato anche i nostri accessi informatici, attraverso i quali avremmo presentato, alla scadenza prevista il bilancio che era già pronto».



In pratica spiega Migliaccio «il ministero ci ha tolto la possibilità di presentare le carte contabili del Regno di Nettuno. E sicuramente la Capitaneria di Porto, che tutto può fare tranne che occuparsi anche di contabilità amministrativa, non è riuscita a presentare neppure una semplice relazione al bilancio. Cosa accadrà adesso è difficile ipotizzarlo. Sicuramente se il Tar dovesse decidere di rimetterci in sella, come consorzio, per la guida dell’ente, ci troveremo nella assurda situazione di non avere un bilancio di gestione».



Se i guai amministrativi e giuridici coinvolgono direttamente la politica e le istituzioni, una marea di problemi attira le critiche e le ire di cittadini comuni ed operatori turistici. Troppo scarsi e poco incisivi, i controlli a mare. Le lamentele e le segnalazioni di turisti e bagnanti sono diventate pressoché quotidiane, specialmente in questo periodo e si registra la posizione assunta dal consigliere regionale dei Verdi, Francesco Borrelli che parla «di assenza della Capitaneria di Porto nei controlli a mare». Grossi ritardi si registrano poi per il rinnovo ed il rilascio di permessi ed autorizzazioni che prima venivano effettuate presso gli uffici comunali e che invece adesso devono sbrigare fra mille difficoltà anche organizzative i militari della guardia costiera.

«Il dualismo tra gestione e direzione ha causato il fallimento dell’area marina protetta e oggi – dichiara il presidente di Federalberghi Ermando Mennella - dobbiamo recuperare il tempo perso e farla diventare sul serio un attrattore turistico per Ischia e Procida. Il Regno di Nettuno deve essere il volano per il cambiamento e non un inutile elenco di divieti. Siamo disponibili a collaborare ma – conclude Mennella – non può essere la Capitaneria di Porto a gestire l’Amp».



Legambiente infine. Nei giorni scorsi Goletta Verde ha visitato le coste isolane e secondo Antonio Nicoletti, responsabile nazionale per le Aree protette «il Regno di Nettuno rappresenta uno strumento fondamentale per lo sviluppo di questo territorio ed il pur importante contribuito che in questa fase sta portando la Capitaneria di Porto, non può proseguire oltre. È necessario coinvolgere di nuovo le amministrazioni locali per riscrivere le regole».

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