Napoli, reparto chiuso per il party in ospedale: l'Asl revoca l'incarico al primario

Napoli, reparto chiuso per il party in ospedale: l'Asl revoca l'incarico al primario
Giovedì 12 Luglio 2018, 16:02 - Ultimo agg. 23:04
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«Evento avverso di particolare gravità» che «determina una perdita di fiducia dei cittadini comportando grave danno all'immagine della Asl», «gravi fatti che hanno leso irrimediabilmente il rapporto fiduciario»: sono alcune delle motivazioni alla base delle decisione del direttore generale della Asl Napoli 1, Mario Forlenza, che ha revocato da oggi l'incarico di direttore della Unità operativa di Chirurgia Vascolare dell'Ospedale del Mare conferito al dottor Francesco Pignatelli, in relazione alla chiusura del reparto nella notte tra venerdì e sabato scorsi «in concomitanza con una festa che Pignatelli aveva organizzato per l'incarico ricevuto».

Al centro della deliberazione del direttore generale (che aveva già sospeso il primario) la vicenda - scaturita dalla denuncia del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli - dell'organizzazione di festeggiamenti per l'incarico ricevuto in un locale dell'area flegrea da parte del primario che aveva determinato la chiusura del reparto dalle 20 di venerdì 7 luglio alle 8 del giorno successivo ed il trasferimento di quattro ammalati in Chirurgia Generale. Una vicenda sulla quale sono intervenuti, oltre ai servizi ispettivi interni, anche una Commissione ispettiva ministeriale e i carabinieri del Nas.

Il provvedimento di Forlenza prende atto dei risultati delle indagini interne e riferisce anche dell'incontro avuto lunedì scorso con il primario. Pignatelli, secondo quanto si legge, ha detto: «Essendo presenti notevoli criticità per la copertura dei turni del personale infermieristico in questo periodo, ho ritenuto opportuno, nella serata per il turno dalle 20 del 6/7 alle 8 del 7/7, al fine di assicurare la continuità assistenziale, di appoggiare i 4 degenti del reparto di Chirurgia vascolare, presso la Chirurgia Generale ove esistevano posti letto disponibili». E ancora: «L'unico errore che mi può essere ascritto, è quello di non aver avvisato, e quindi formalizzato per iscritto, la Direzione sanitaria chiedendo l'autorizzazione a procedere. Non risponde al vero, e nego assolutamente, che il reparto fosse chiuso con una catena». Non c'è stato «alcun danno o carenza assistenziale».

 


Tuttavia, il Servizio ispettivo aziendale, ha, tra l'altro, evidenziato che il reparto, nella notte tra il 6 ed il 7 luglio, è risultato chiuso e che «nei turni presentati in Direzione sanitaria, non era prevista la presenza di un medico nella Uoc Chirurgia vascolare, era invece prevista la reperibilità di due medici invece della singola unità». «Non è risultato personale in servizio nella notte tra il 6 ed il 7 luglio» si legge nel provvedimento. Nel provvedimento si spiega che «il personale del comparto è stato posto fuori turno o era in ferie o in malattia, dunque per quella notte nessuno risultava in servizio». Insomma, dalle relazioni si desumono «responsabilità gravi a carico del dottor Pignatelli» e «le giustifiche addotte non sembrano aver convinto che quanto accaduto sia avvenuto per pura coincidenza e non invece, come sembra, preordinato per la concomitanza dei festeggiamenti per l'incarico ricevuto». Emergono anche «in modo diversificato responsabilità anche di altri operatori sanitari».

Commenta il consigliere Borrelli: «In questa occasione, Pignatelli non avrebbe onorato la professione medica e neanche la sua storia personale che, a quanto si racconta, è costellata di successi. Non c'è alcuna avversione nei confronti di Pignatelli, così come non c'è avversione verso gli altri protagonisti delle vicende poco chiare che denuncio».

In difesa di Pignatelli è sceso in campo anche un artista come Eugenio Bennato, definendolo impegnato nel volontariato per fare prevenzione, disponibile con i pazienti, capace professionalmente e per il quale occorre «bilanciare l'immagine fuorviante.
Un luminare e l'ho conosciuto quando è intervenuto a salvare le gambe di mio nipote per il quale in un ospedale del Nord era stata decisa l'amputazione. Ma a parte la straordinaria capacità professionale e la determinazione con la quale l'ho visto battersi a difesa del paziente, mi ha colpito di Francesco il suo volontariato per la prevenzione, e la faccia tosta con cui ha chiesto a me e ad altri artisti di realizzare spot in favore dei test per l'aneurisma dell'aorta addominale».

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