Ospedale del Mare, reparto chiuso e tutti alla festa: l'ex primario verso il processo

Ospedale del Mare, reparto chiuso e tutti alla festa: l'ex primario verso il processo
di Leandro del Gaudio
Lunedì 15 Aprile 2019, 23:08 - Ultimo agg. 16 Aprile, 11:37
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Spostò i pazienti, chiuse il reparto e arrivederci a domani: tutti a casa o alla festa, almeno secondo quanto raccontano le cronache del by night di mezza estate. È la notte tra il sei e il sette luglio scorso, quando nell’ospedale del mare accade qualcosa di inedito: il reparto di unità operativa di chirurgia vascolare si svuota all’improvviso, con il trasferimento di quattro pazienti in un’altra sezione dell’ospedale. Una notte destinata ad entrare nella cronaca cittadina, a metà strada tra gossip e dibattito politico, ma da qualche tempo anche nella cronaca giudiziaria. È di questi giorni infatti la decisione della Procura di spedire un avviso di chiusa inchiesta a carico dell’ormai ex primario Francesco Pignatelli: il professionista è accusato di interruzione di pubblico servizio, proprio per la scelta di spegnere luci e macchinari, di spostare pazienti e salutare tutti. Nove mesi dopo lo scandalo (denunciato dal consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli), arrivano le prime conclusioni della Procura di Napoli. È il pm Francesco Raffaele a notificare a carico di Pignatelli un avviso di conclusione delle indagini, l’atto che fa da preludio a una probabile richiesta di rinvio a giudizio. Difeso dai penalisti Alfonso Furgiuele e Stefano Montone, Pignatelli ora avrà modo di replicare alle accuse e di motivare la propria condotta. Stando a quanto venne pubblicato lo scorso luglio, la decisione di chiudere quell’ala andava collegata con il party a Pozzuoli organizzato dal medico stesso, per festeggiare la propria nomina di primario. Una festa alla quale erano stati invitati anche altri colleghi e infermieri dell’ospedale del Mare, un evento organizzato da giorni, che rese necessaria la chiusura del reparto, con tanto di spostamento di pazienti da un’ala all’altra.

 

LE ACCUSE
In una prima fase investigativa, la Procura aveva ipotizzato l’accusa di abuso d’ufficio, ma le conclusioni hanno spinto su un’altra linea, quella della interruzione di pubblico ufficio. Subito dopo lo scandalo, anche i vertici della Asl presero dei provvedimenti, con la decisione di rimuovere dall’incarico lo stesso Pignatelli, sulla scorta della rottura del rapporto fiduciario tra l’amministrazione e un suo dipendente. Scrisse Pignatelli all’ex direttore dell’Asl Mario Forlenza: «Essendo presenti notevoli criticità per la copertura dei turni del personale infermieristico in questo periodo, ho ritenuto opportuno, nella serata per il turno di attività che va dalle 20 del giorno 6/7 alle 8 del giorno 7/7, al fine di assicurare la continuità assistenziale, appoggiare i quattro ammalati degenti del reparto di Chirurgia vascolare, presso la Uoc Chirurgia Generale dello stesso presidio, ove esistevano posti letto disponibili. Ritengo che l’unico errore che mi possa essere ascritto, sia quello di non aver avvisato, e quindi formalizzato per iscritto, la Direzione sanitaria del Presidio ospedaliero, chiedendo l’autorizzazione a procedere in tal senso. Voglio fare comunque ben presente che tale vicenda non ha causato alcun danno o carenza assistenziale ai degenti del reparto». Una versione nella quale non c’è alcun riferimento alla festa per la propria promozione, nessun passaggio sul party organizzato a Pozzuoli, mentre foto e commenti campeggiavano sui media e sui canali social. Verifiche condotte dai carabinieri del Nas, sotto la guida del colonnello Maresca e del maggiore Tiano, ora la parola torna all’ex primario Pignatelli.
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