L'ambiente violato dal maxiresort: 14 sotto inchiesta sui Monti Lattari

L'ambiente violato dal maxiresort: 14 sotto inchiesta sui Monti Lattari
di Dario Sautto
Sabato 2 Febbraio 2019, 11:00 - Ultimo agg. 13:04
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Il Resort Paradiso è frutto di una lottizzazione abusiva durata oltre mezzo secolo. È questa l'accusa mossa dalla Procura di Torre Annunziata contro i titolari della nota struttura ricettiva di Lettere, con panorama mozzafiato, incastonata sulle colline dei Lattari. Ieri mattina è stato notificato l'avviso di chiusura indagini preliminari a 14 indagati, accusati a vario titolo di lottizzazione abusiva, abusi edilizi, violazioni delle norme paesaggistiche e urbanistiche, falso in atto pubblico.
 
Tra gli iscritti nel registro degli indagati ci sono i proprietari della struttura ricettiva, due tecnici comunali, titolari delle ditte e consulenti di parte che avrebbero partecipato in concorso tra loro, e ognuno nel suo ruolo, all'edificazione del complesso edilizio, violando il territorio e non rispettando i progetti presentati. A coordinare le indagini il sostituto procuratore Rosa Annunziata, che aveva già disposto il sequestro preventivo del maxi parcheggio in via di realizzazione proprio di fronte al ristorante letterese di via Petrelle. Insieme alla famiglia Giordano ci sono Patrizio, Luigi (74), Fortuna, Luigi (71) e Antonio Giordano, ma anche Virginia Piccirillo sono indagati a piede libero i «soliti» due dipendenti comunali, già coinvolti in altre inchieste. Si tratta di Sabato Fontana e Luigi Gaglione, responsabili dell'ufficio tecnico del Comune di Lettere. Con loro devono difendersi dalle accuse, chiedendo un interrogatorio per evitare la richiesta di rinvio a giudizio, i titolari delle due ditte che hanno eseguito le opere ritenute abusive, Vincenzo Amita e Nicola Cuomo, i due direttori dei lavori che si sono avvicendati, Pasquale Acanfora e Roberto Brancaccio, nonché le consulenti Claudia Sacco ed Edvige Del Gaudio.

Assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francescopaolo De Rosa, Gennaro Somma, Gaetano Rosanova e Patrizio Mascolo, gli indagati dovranno provare a spiegare che il rilascio delle varie autorizzazioni edilizie è regolare, o almeno che i progetti realizzati siano a norma. L'accusa sostiene che il «Paradiso» sia in gran parte abusivo e frutto di una vera e propria lottizzazione, partita nel 1964, ma con la struttura che ha subito notevoli modifiche a partire dal 1987 e fino al 2014, mentre gli ultimi lavori ritenuti abusivi sono datati 2015 e «sconfinano» fino a via San Martino e via Creta, nella frazione Orsano di Lettere. L'ultima parte, infatti, riguarda la realizzazione di box interrati, in realtà risultati un mega parcheggio non autorizzato, con tanto di terrapieno artificiale irregolare secondo l'accusa.

Uno dei lavori avrebbe riguardato la stabilizzazione di un'area di frana, mentre sono stati accertati abusi edilizi per un muro, un accesso e un locale per i macchinari della piscina, nonché un aumento volumetrico da 1200 metri cubi per ospitare le cucine. Una serie di lavori ritenuti abusivi, realizzati in mancanza di autorizzazioni o presentando false certificazioni, con la complicità e l'omesso controllo dei tecnici del Comune. Facendo un passo indietro a tre settimane fa, all'inchiesta sui falsi condoni edilizi, la Procura oplontina ha promosso appello al Riesame chiedendo gli arresti domiciliari per i dipendenti comunali Sabato Fontana, Luigi Gaglione, Antonio Calabrese e Vincenzo Ruocco, e per il consulente Giuseppe Caputo.
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