Revenge porn a Napoli, ex finanziere condannato a due anni e otto mesi

Revenge porn a Napoli, ex finanziere condannato a due anni e otto mesi
di Dario Sautto
Mercoledì 10 Marzo 2021, 08:02
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Si finse la sua ex, aprì un profilo Facebook e pubblicò foto private della donna, chiedendo l'amicizia ai suoi conoscenti. Tutto dopo il rifiuto della donna, residente in piccolo centro della Puglia, che aveva deciso di interrompere la loro relazione «dopo uno schiaffo e a causa dei suoi comportamenti possessivi». Un classico caso di «revenge porn», anche se all'epoca dei fatti siamo tra il 2014 e il 2017 quel reato in Italia non esisteva ancora. Al termine del processo, però, per Vincenzo V., un ex finanziere 51enne residente a Pompei, è arrivata ugualmente una pesante condanna. Diffamazione aggravata dall'uso del social network, sostituzione di persona e diffusione di immagini contenenti atti osceni sono i reati per i quali il giudice del tribunale di Torre Annunziata Fernanda Iannone ha condannato il 51enne a due anni e otto mesi. Nel frattempo per la vergogna la donna è stata costretta a lasciare il suo paesino e ora vive all'estero. 

I due si erano conosciuti in Puglia, dove l'ex finanziere di Pompei si era trasferito.

Per un anno si erano frequentati, poi la relazione si era interrotta per volere della donna. Qualche settimana dopo, Vincenzo aveva provato a ricontattarla, ricevendo un rifiuto. A quel punto è scoppiata la «vendetta porno». Il 51enne conservava delle immagini private, scattate durante rapporti sessuali tra i due e hanno ricostruito anche i periti nominati dalla Procura di Torre Annunziata prima creò due indirizzi mail fasulli riferiti alla donna, poi un profilo Facebook pubblico. Lì inserì tutte quelle immagini osé e, per completare la diffamazione, chiese l'amicizia a diversi amici e concittadini della sua ex. Le perizie sul cellulare e sul pc del 51enne hanno stabilito che solo lui fosse in possesso di quelle foto la sua ex nemmeno aveva un cellulare e che l'ultima modifica al profilo Facebook riportava all'indirizzo IP dell'ex finanziere. Assistita dall'avvocato Giancarlo Sparascio, la vittima del ricatto sessuale non si è costituita parte civile al processo, ma ha deciso di sporgere denuncia contro Facebook per non aver vigilato sui contenuti messi in rete dal 51enne, ripubblicati dopo un'udienza del 2016 e rimasti pubblici fino al gennaio 2017. Pende anche un procedimento civile in Irlanda, dove ha sede Facebook Europe.

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