Discoteche al 50 per cento, il nodo dei costi di gestione: a Napoli la storica “Mela” non riapre

Discoteca
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di Emma Onorato
Venerdì 8 Ottobre 2021, 23:04 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 07:52
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Si torna in pista da ballo. Una grande conquista per gli imprenditori del settore: «È una riapertura che è arrivata soprattutto a seguito delle forti pressioni dell'associazione di categoria», è quanto dichiara Alessandro Esposito, presidente Silb della Regione Campania. Dal 35% di capienza - consigliata dal Cts - per i locali al chiuso, si è passati al 50%, mentre per quelli all'aperto la percentuale sarà pari al 75%. È quanto stabilito dal nuovo decreto varato dal Consiglio dei ministri. «Con le prime indicazioni del Comitato tecnico scientifico si riteneva di fatto impossibile riaprire perché le attività non sarebbero state economicamente sostenibili, quindi essere riusciti ad arrivate a questo risultato significa iniziare a vedersi riattribuita una dignità che di fatto è scomparsa da circa un anno e mezzo, quasi due», aggiunge Esposito che attribuisce gran parte del merito all'introduzione del Green pass: «Uno strumento utile ed indispensabile per le riaperture perché queste restrizioni sono venute meno proprio grazie ad un'eccessiva fiducia nel certificato verde. Quindi il risultato è doppio: da un lato le riaperture e dall'altro una fiducia da parte delle istituzioni».

Ma nonostante il rialzo dell'asticella per le percentuali di capienza dei locali, non mancano delle perplessità e delle forti paure: «Il 50% è un numero, ma adesso questo numero deve essere adattato alla politica gestionale delle discoteche». C'è da considerare il fattore dei costi di gestione che comportano i club notturni, e il presidente della società italiana locali da ballo incalza: «Noi dobbiamo sforzarci e provare a ricominciare a lavorare, poi in seguito potremo fare delle valutazioni sulle cifre per capire se i numeri sono soddisfacenti per il sostentamento delle attività o se c'è da rivedere qualcosa».

Green pass obbligatorio, sistemi di areazione, tracciamento degli avventori e obbligo di indossare la mascherina quando non si balla. Ma quest'ultima misura crea qualche dubbio sull'oggettiva applicabilità. Antonio Esposito è anche socio di noti locali della città come La Mela, il Teatro Posillipo, il Neasy e l'Ambasciatori: «Quantizzare le perdite oggi è alquanto difficile, il dato certo è che si è perso il 90% del fatturato.

Se si sommano le sale da ballo a Napoli, e in Campania, si parla di perdite che ammontano a decine di milioni di euro. Senza considerare tutto l'indotto che ruota intorno ai locali da ballo, fatto di artisti, ballerine, ma che include anche le forniture dei prodotti che rientrano nelle nostre attività commerciali». La Mela, storico locale della movida partenopea, probabilmente non ripartirà nemmeno questa stagione. Le cause sono legate alle nuove regole di capienza che renderebbero impossibile la gestione, così - da come annuncia Esposito -  la discoteca dovrà riconvertirsi, trasformarsi e abbracciare un nuovo format. Per adesso si sta pensando ad un progetto ben lontano dall'immagine del night club.   

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