Riapertura scuole a Napoli, è caos doppi turni: «Impossibile studiare, così non ce la faremo»

Riapertura scuole a Napoli, è caos doppi turni: «Impossibile studiare, così non ce la faremo»
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 27 Gennaio 2021, 08:30 - Ultimo agg. 19:15
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Il primo febbraio si avvicina e molte scuole secondarie di secondo grado ancora non hanno fornito i dettagli dei rientri in presenza.

Tra oggi e domani si terranno molti consigli d'istituto per decidere tra le varie opzioni, ma anche negli istituti dove sono già stati pubblicati gli orari, con le due turnazioni imposte dal piano prefettizio, il clima non è sereno per via dell'uscita nel turno pomeridiano dove in molti istituti avviene tra le 16 e perfino le 18. Crescono intanto i timori per un possibile tracollo dei trasporti pubblici, non in grado di sopportare l'incremento di utenti, come sottolineano studenti, dirigenti e docenti tra cui quelli del liceo Alberti che hanno scritto una lettera aperta a Conte.

Domani ci sarà un nuovo tavolo in Prefettura proprio sul tema dei trasporti e una nota positiva potrebbe arrivare per i rappresentanti di Confesercenti Campania e FederNoleggio che, per superare il momento di crisi del settore dovuto alla pandemia di Covid-19, hanno portato al prefetto la proposta di utilizzate i loro 4mila bus a sostegno della rete del trasporto pubblico. 

In queste ore sta creando molta agitazione tra famiglie il turno pomeridiano fissato al liceo classico Sannazaro, primo nella classifica Eduscopio e tra i più prestigiosi classici di Napoli. Per il 60 per cento delle classi l'ingresso è alle 10 e l'uscita alle 16 tre giorni su cinque e per le famiglie questo impedirà loro «di studiare adeguatamente, con un rendimento destinato a calare» in particolare quelli di quinta che devono contemporaneamente studiare per l'esame di Stato e prepararsi ai difficili test d'ingresso in Medicina. Secondo Eduscopio, al Sannazaro entra in questa facoltà circa il 9,2 per cento degli studenti, e tutti sono impegnati nei corsi di preparazione che sono, appunto, pomeridiani. «Non hanno neanche il tempo di tornare a casa che devono rimettersi sui libri per il test, altrimenti sanno di non farcela» spiega una mamma. «I nostri figli stanno subendo pressioni notevoli da un anno a questa parte, c'è bisogno di rivedere questo orario, rendendolo più flessibile». Un disappunto simile accade anche all'Istituto Gentileschi di Agnano che conta 618 studenti. Sempre per adeguarsi al piano per la scuola stilato dalla Prefettura, la dirigente Paola Albertazzi si è vista costretta a pianificare un turno mattutino 8-14 per le classi di biennio, mentre per il triennio tutti entreranno alle 10 per uscire alle 16, tranne il lunedì per il liceo classico che recupera un'ora ed esce alle 17.

Anche qui i corsi di preparazione ai test d'ingresso in professioni sanitarie impegnano circa il 6 per cento degli studenti. Assai pesante il turno pomeridiano all'Istituto Nitti di Fuorigrotta che ha sia un liceo che un istituto tecnico che si alterneranno ogni due settimane nei due turni: ingresso alle 8 e uscita alle 12.30 nel primo, ingresso alle 13.30 e uscita alle 18 nel secondo. Gli istituti Archimede e Cavalcanti hanno scelto di anticipare il secondo turno alle 9.45 riducendo l'ora a 45 minuti per poi recuperare lo scarto orario il sabato mattina, così da permettere un rientro a casa in orari meno pesanti per studenti e famiglie.

Ai Salesiani al Vomero, invece, i genitori chiedono di poter continuare con la Dad: si lavora a una petizione, partita dalle prime classi. 

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Sta ricevendo unanimi consensi la lettera di un gruppo di docenti del liceo Alberti di Napoli che ha scritto al presidente del Consiglio (dimissionario) Giuseppe Conte, al ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, al presidente Vincenzo De Luca e al sindaco Luigi de Magistris, in cui esprimono il disappunto per la scelta del rientro a scuola per lunedì prossimo. Molti colleghi campani, infatti, si stanno organizzando per sottoscriverla come annunciano nel gruppo Scuola Bene Comune, poiché ne condividono in toto sia i toni che i contenuti. Nella lettera si sottolineano i presìdi messi in campo per la scuola «del tutto insufficienti» e rimarcano che «l'aula resta dunque in sé un potentissimo vettore di contagio». Se dentro le scuole la situazione è caotica, fuori non va certo meglio, con il problema degli assembramenti in entrata e in uscita di scuola e «la drammatica situazione del pubblico trasporto, segnatamente a Napoli e nelle sua provincia, non ha conosciuto, allo stato, significative implementazioni né miglioramenti quantitativi o qualitativi apprezzabili». La richiesta è dunque «vaccini per docenti e studenti dai 14 anni in su, oltre a sanificatori nelle aule. A queste condizioni torneremo in classe di corsa. Perché è quello il nostro posto. In cui però vogliamo lavorare in sicurezza». 

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