Riaperture in zona gialla, è già lite: «Penalizzati i locali senza spazi esterni»

Riaperture in zona gialla, è già lite: «Penalizzati i locali senza spazi esterni»
di Gennaro Di Biase
Domenica 18 Aprile 2021, 10:00 - Ultimo agg. 19 Aprile, 07:25
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Dentro no, fuori sì. Si accende lo scontento dei ristoratori napoletani, «quasi la metà», dopo l'annuncio del premier Draghi relativo alla zona gialla dal 26 aprile. Le cose stanno così: in funzione dell'Rt, Speranza venerdì potrebbe firmare l'ingresso della Campania in «zona gialla light» o in «zona gialla rinforzata». Nel primo caso, solo i pubblici esercizi dotati di spazi all'aperto potranno far accomodare i clienti. Col giallo rinforzato, invece, resteranno tutti chiusi al pubblico. Chi non ha esterni, in sostanza, dovrà aspettare almeno fino al primo giugno per tornare a servire live (e solo a pranzo). L'incertezza cromatica non è affatto alle spalle, insomma, ma la polemica è già realtà. I locali storici, che lavorano per lo più in sala, parlano di «zona rossa prolungata», «ingiustizia» e «discriminazione del diritto al lavoro». Il boom di richieste di occupazione di suolo, in ogni caso, è già partito. 

Si fa largo la delusione tra i ristoratori storici. «Siamo del tutto esclusi da questa ripartenza - spiega Alfonso Mattozzi, titolare dell'Europeo in piazza Borsa - Non abbiamo spazi esterni, che anticamente erano considerati stagionali e non luoghi di cultura. La vita si svolgeva intramoenia: i presidenti della Repubblica o i De Filippo da noi si incontravano in sala, non fuori. Siamo molto amareggiati, speriamo di tornare al lavoro almeno a giugno». «Per noi continua la zona rossa - sorride amara Fatima Marangio, dell'Osteria La Mattonella in via Nicotera - Dovremmo continuare con l'asporto, le cui richieste sono ormai crollate? Tutta la cucina italiana di qualità viene penalizzata nuovamente. Non potremo chiedere uno spazio di occupazione, perché la circolazione in via Nicotera è già complessa. Ci siamo reinventati realizzando sughi pronti sullo shop online, ma non basterà». «Il 26 aprile la Campania diventerà giallo light o rinforzato - dice Massimo Di Porzio, titolare di Umberto a Chiaia - Solo nel primo caso ristoranti all'aperto potranno accogliere clienti. Sono affranto da questa ingiustizia. È come la roulette russa: non si sa chi muore e chi no. Tanti invieranno richieste di occupazione di suolo al Comune in queste ore. Si dice che dal primo giugno si riaprirà all'interno solo a pranzo, ma con una distanza di 2 metri tra tavoli, raddoppiata rispetto all'estate 2020: i locali piccoli avranno un solo tavolo in sala. Faremo valutare agli avvocati se il provvedimento è legittimo: c'è una discriminazione del diritto di impresa». Meno pessimista Michele Giugliano, titolare di Mimì alla Ferrovia: «L'importante è riaccendere i fuochi in cucina - osserva - Pian piano ci auguriamo che tornino sole e turisti. Senza visitatori non riavremo la vita di prima. Qualche turista sta iniziando a prenotare. Quanto agli esterni, è palese che i locali nei vicoli storici saranno penalizzati. Sfrutteremo il piccolo spazio fuori a disposizione». «Accolgo con piacere la ripresa - commenta Antonino della Notte, titolare di Antonio&Antonio - Ma vanno smorzati gli entusiasmi: c'è da aspettare venerdì per i dati sul virus. Io lavoro molto all'esterno, ma va ristorato chi non ha tavoli fuori». «Io riprenderò a lavorare - dice Antonio Viola di Mammina in via Partenope - ma resta l'ingiustizia nei confronti di chi non ha spazi esterni». 

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Il malcontento riguarda anche tante delle pizzerie partenopee famose in tutto il pianeta: «Il centro, con locali sprovvisti di spazi esterni, continua a essere una delle zone più ferite dalla pandemia - spiega Gino Sorbillo - Non comprendo completamente il senso di questa misura, che non aiuta tutti a rialzarsi. Sembra sempre di tornare al punto di partenza. Nel mio caso, dal 26 aprile sarà consentita la riapertura della pizzeria sul lungomare, ma resta in ginocchio lo storico locale in via dei Tribunali». «Spero non si tratti di una decisione definitiva, o sarebbe un'ulteriore mazzata immeritata per centinaia di ristoratori in città - dice Antonio Starita, altro vip della pizza - A Materdei ho un vicoletto di fianco al locale: ci passano le auto e non è possibile bloccare la circolazione.

Se questo regolamento fosse attuato sarebbe un fallimento anche per le associazioni di categoria».

Pubblici esercizi a parte, da domani riaprono oltre 10mila negozi a Napoli, con l'ingresso della Campania in fascia arancione. Moda per adulti, gioielli, accessori, centri estetici e parrucchieri: tutte attività off limits da quasi due mesi, che potranno riaprire al pubblico nelle vie dello shopping e negli altri quartieri della città. 

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